mercoledì 13 novembre 2013

duecentoquattro

Senescenza
 
 
questa rabbia tua senile, ostile
che rima con animali da cortile
la tralascio, per non rubare spazio
al concetto che esprimo di getto per
poi pentirmi, maledirmi e contraddirmi
nei sentimenti a cui affido i miei nobili intenti:
questa senilità dicevo
da ragazzino
quale
sei
di una certa età
che l'esperienza
non ha reso 
maestà e
rinnega
la
maturità
per vanità, e non s'avvede
dell'etica patetica di una giovinezza avvizzita e la
saggezza malnutrita che dispensa livore; la permuta
con amore sarebbe più proficua; mi fa pensare onestamente non sia
cosa da brava gente, anche se non è grave s'intende: esser moralmente non abbiente.
 
 


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