domenica 17 settembre 2017

cinquecentoventi

Il tipo magrebino indossa la felpa color pesca l'aquila sul petto si alza dallo sgabello del bancone del bar scende digrazia strampalata dà un colpo di energia al retro treno dalla propria volontà raccatta un secco e deciso "si và" s'avvia alla porta di uscita laggiù. A metà del viaggio distante tre metri perde la mira della porta di uscita, la vede sfocata, attraversata da ostacoli umanoidi, barcolla vistosamente a bandiera che sventola, si regge ancora rallenta per non affondare con la testa in picchiata schiantarsi a terra con fragore sotto il tavolino di altri magrebini che conversano di fronte ad una serie di bottiglie Heineken vuote le papille gustative della lingua sommerse da lupolo tabacco. I quali guardano con la coda dell'occhio il magrebino vacillare, non rassicura valutano il pericolo, riprendono a farsi gli affari loro. Il magrebino dà una sterzata col ginocchio semi raso terra con un piede scomposto ripiglia il passo da marionetta le braccia ora stese ai fianchi ora avanti in un gesto drammatico espressionista evita un tavolo per un attimo si allunga all'inverosimile come un elastico allunga il braccio lo poggia sulla spalla di uno sconosciuto, precipita fuori come dettato da una spinta di una pedata ricevuta, passa in mezzo a marito e moglie che passeggiano abbracciati, si staccano, lo fanno passare. Un attimo di suspence nei volti dei magrebini dalle Haineken vuote per la sorte del magrebino uscito di gran carriera; e dei coniugi i quali si scansano di nuovo. Il magrebino col volto costernato si ri-precipita dentro. Ha la stessa determinazione con cui è uscito dal bar frettoloso supera ostacoli umanoidi regge traiettorie mirabolanti torna al bancone del bar con la mano si puntella sullo sgabello con l'altra agguanta il bicchiere; torna fuori senza ansia, con più controllo, zavorrato dal bicchiere di birra colmo sul vetro un velo di condensa che rende tutto sbagliato si, ma moralmente giusto.           

cinquecentodiciannove


 - In piscina comunale -

10,80 se voglio il lettino la doccia fredda, se la volessi calda, dovrei aggiungere qualcosa in più. Non ho idea se sia un buon prezzo venire in piscina. Decine d'ombrelloni uguali, pazienza gli ombrelloni. Quando non si ha uno sguardo di amore e comprensione può essere orribile trovarsi in mezzo a tanta gente uguale: in mutande fashion colorate, che sciabatta in lungo in largo sulle cose, tra le cose, che cerca nella sacca qualcosa, oppure si lega i capelli la bella gnocca di un tempo che fu, che fa la doccia fredda con la pressione di un ottagenario prima di entrare in acqua oppure l'azzimato pop che aspetta i piccoli passi della prole alta mezzo metro titubante col pannolone zavorra, quell'altro che con i figliuoli con la faccia da schiaffi torna bagnato dalla piscina, il tizio con i pantaloncini verde carioca e gli occhiali bianchi improbabili non fa nulla di particolare, ci sono i bellissimi / bellissime abbronzati / abbronzate, peccato abbiano la rogna in alcuni punti del corpo, pardon sono tatuaggi. Nessuno sullo sdraio legge, ognuno fa qualcosa tranne leggere, che sia importante no, mi faccio alcune domande cui mi do risposta, anzi no, il tizio tatuaggio sul petto da palestrato, legge delle scartoffie che paiono una tesi, e poi nient'altro, vabbè mica è un sondaggio, però ci faccio caso, del resto al sole non sono mai riuscito a leggere nemmeno io, figurati a chi non piace. La Mannoia alla radio, che cazzo di scaletta, dopo viene Boy George con do you really want to hurt me che non la posso sentire, non la reggo, ci sono canzoni che non sopporto per davvero, Lucio Battisti acqua azzurra acqua chiara con questa torniamo al paleolitico musicale, cioè mi piace Lucio è un camerata, rispetto i camerati, ha sempre scritto belle cose, però col caldo mi piace ascoltare radio Deejay con quel matusalemme stralunato di Albertino che tra un cazzo un altro ha già 60 anni fa ancora il ragazzino, a proposito di acqua azzurra acqua chiara vado a fare un tuffo. L'acqua è veramente azzurra chiara ci sguazzo un po la tipa che fa la figa ce l'ho solo io e non te la do quando vado a comprare le cose nel suo negozio, c'ha un culo che fa provincia però è tonico, gira vicino a quel tipo che pare un vitello da allevamento boh sarà il suo uomo, proprio quello che esce dall'acqua e sputacchia da villano porco. Esco dall'acqua anch'io. Penso a tutti questi radical chic in piscina, razzisti tatuati jet set de stè par di palle della città, sapessero che dietro la siepe della piscina ci sono i prefabbricati con le antenne del campo nomadi. 
       

mercoledì 6 settembre 2017

cinquecentodiciotto

Portava nel cuore le donne con cui aveva fatto l'amore. I gin tonic bevuti li aveva bevuti ne avrebbe bevuti altri. Quando glielo diagnosticarono non si sottopose a terapie, nella vita aveva fatto quel che aveva voluto. Più di ogni altra cosa privilegiava le relazioni umane. Il lusso la ricchezza portavano ambizioni che arrivano a stimolare la deriva morale nel vivere. Affermava con l'esempio l'utilità del riconoscerci nello spirito, fin che ci si riesce; in modo che quando ci saremmo ritrovati eterei nell'aldilà per lo meno non saremmo stati estranei come in terra.