venerdì 26 giugno 2015

quattrocentovent'otto


Il registro è un ironico stuolo di rondini nell'intensità del logoro vissuto tra le ciglia; non si oppone al garbo delle mie parole, mentre indago curiosamente in me. Venivo per una donna di cui non conosco il nome: svapora il grigio se una gatta siede sui miei sentimenti colorandoli.

lunedì 22 giugno 2015

quattrocentoventisette


Lieve è il desiderio che mi pervade; ti avvicino volgendo lo sguardo altrove per non morire sapendo. Di assaporare l'esistenza riconoscendomi nei nostri baci, amandoti di li a poco.  

giovedì 18 giugno 2015

quattrocentoventisei


 - seduzione del capitalismo-

Il capitalismo seduce e conquista attraverso un quid di matrice surreale. Consegna l'impulso, dallo scorrere di realtà virtuali lo sovrappone all'immanenza. Vira nella banalità, rendendosi irrinunciabile, controverso, vincente. Rinnovandosi sfugge a classificazioni assolute perdendo l'identità ne assume un'altra non riconoscibile. Nè l'uomo conosce, non avendo coscienza di ciò che non può riconoscere tantomeno recepire. Si erige a mostro, divenendo necessità irraggiungibile: scompare. Esiste tra gli uomini trasformati di sensualità atavica ridotta e umanità mediocre.        

quattrocentoventicinque

- l'incantesimo -

Si parcheggiò accontentandosi dell'amore donato; opportunamente simulò il proprio concedendolo timidamente autentico, verificando tutto: e nell'incedere degli occhi il diritto aristocratico proveniva dalla scaltrezza dei sentimenti.

mercoledì 17 giugno 2015

quattrocentoventiquattro

 - omosessualità -

Nell'omosessualità solo la sobrietà pare, non trovi spazio, tranne per ingannare.

lunedì 15 giugno 2015

quattrocentoventitrè


- qualità -

L'idiozia spesso e volentieri fa di tutto per dimostrarsi degna di attenzione.

sabato 13 giugno 2015

quattrocentoventidue

 - zerbini & e scendiletto -

La contemporaneità ha vuoti a perdere che vengono valorizzati se sono pieni di sè.

venerdì 5 giugno 2015

quattrocentovent'uno

tentare di portare a se stessi il risultato della propria esistenza, mi fa pensare che sia un'operazione parziale e materialista; un consuntivo intellettuale, un tappeto rotto di stanchezze, una stravaganza dai tratti senili; sproporzionato all'esistenza stessa a tal punto, da farmi sospirare: ma realmente mi importa qualche cosa  ?

lunedì 1 giugno 2015

quattrocentoventi



il sorriso fu l'indizio di una ennesima falsità; ogni tintinnio mi annunciava coprendo i sentimenti che non capissero nè vedessero. Li intrappolai con la semi oscurità e tacquero. Uscendo chiusero la porta di servizio. Salii sullo scranno, nudo come mi generarono attraverso il sesso. Sottraendomi attesi la voluttà attorniato dalle muse. Percepii l'esistenza fisica. Nella distanza il commiato. Briciole di santità mi attraversarono; raggiungevano l'oblio levigato in oro.  

quattrocentodiciannove

 - Morte di una poesia annunciata -

Nonostante l'odor di sterco occupasse l'aria pungente, riuscii ad apprezzare l'attimo fugace del palpito temerario sull'asfalto: erano ali multicolori mosse da una farfalla. Prima di coprirle inesorabilmente sotto la ruota.