mercoledì 10 dicembre 2014

trecentosettanta

 
 
Harlem

Hard disk hot stone
Ardimento antico alla
Ressa rinfrescando rune
Le lune luminescenti
Elevano ectoplasmi ebbri
Meditando mille magie

trecentosessantanove


Hot as Hell 
 
Hanno habituè 
Omeopatici ologrammi
Tatticamente tetri tavole
Annerite all'asta
Salsedine sull'
Humour hardcore
Ergastolani erbosi
Laconicamente lodano
Le labili lische 
 

domenica 7 dicembre 2014

trecentosessant'otto


- i folli -

amo i folli 
forti e modestamente folli
quelli che la razionalità la maltrattano 
ingolfandola di manie pensieri e gesti, fagocitando 
nel cuore, i sentimenti più intimi conquistandoli per sè e l'alterità
la quale non è mistero, come non lo è l'irrazionalità; presente di un futuro lieve 
che si sviluppa in mano al destino, dove ogni progetto è in balia all'illogico;
folle amore che turba gli occhi del morire allontanandoli
esorcizzati dalla beffa amorevole della noncuranza con
cui la follia dei folli di tutto punto vivendo si esibisce

mercoledì 3 dicembre 2014

trecentosessantasette

- ex bella donna-

era sempre in cerca di uccelli; finchè un giorno quello del malaugurio offrendole un set di vibratori le disse: <<...è finita...riposa in pace !...>>.

martedì 2 dicembre 2014

trecentosessantasei

- i due vizi -

fumava, ed era comunista; il dottore gli diede un consiglio: scegliesse lui dei due vizi quale smettere.

trecentosessantacinque

- lo chic -


quando Dio lo convocò per dar conto dei propri peccati prospettandogli l'inferno, egli ubbidiente annuì; procurandosi telo, infradito, sdraio, spruzzino abbronzante.  

domenica 23 novembre 2014

trecentosessantaquattro



- Zavinul e Rixius amano i thriller -


Zavinul attese Rixius e insieme s'incamminarono passeggiando sino al cinema. Si sedettero circondati dal buio e da qualche pensionato: di quelli che a casa la moglie chiede <<...non vai al cinema ? .alla bociofila...?...>> E dormono in sala che sembran morti, mettendo in apprensione la maschera la quale a fine spettacolo:  li guarda in quella loro postura rigor mortis a volte ritti con la bocca spalancata, oppure piegati lievemente in avanti con la testa retta da un braccio piegato dal gomito sul poggiolo: pensando <<...morti stecchiti ?!...>> creando preoccupazione per la cattiva pubblicità che ne conseguirebbe se lo fossero; momento professionale più terribile da affronatare nel dover contattare, chissà,  le onoranze funebri per portar via il defunto nella fila H al posto 5; questi anziani in realtà si svegliano dopo aver russato/grufolato sino all'accensione delle luci e se qualcuno li intervistasse e chiedesse loro com'è la trama del film direbbero che <<...lo tornerei a rivedere ... mi è piaciuta...>> . Di quel film, Zavinul e Rixius seduti tra anziani dormienti in sala controllavano se i parametri estetici a cui si conformavano fossero efficaci, sfoggiando più liberamente e anarchicamente il loro look definito da essi stessi <<...a spigolo vivo...>> mescolato a parole di Wilde / Rimbaud in modo da catturare il mondo con fierezza e alterigia attraverso l'estetica/essenza antesignana e aristocratica.      

trecentosessantatrè



-Ferdy Quin e l'abitudine della colazione -


Ferdy Quin di mattina conversa al telefono facendo colazione a tavolino; divorando la briosc con la crema, la quale cadendo sul tavolo sporca il fazzoletto che l'avvolge << mm...credevo che di crema non ce ne fosse in questa briosc..e invece...guarda qua...!! .>>. Pulitosi con un gesto, allunga la mano alla tazzina sollevandola: degusta il caffè; che gli riempie il palato di amaro in contrasto con il gusto delicato della crema <<...buono !...>>  Posa il telefono nella tasca e gli auricolari nell'altra; con la briosc in bocca guarda Oleg Morente seduto: gli dice <<...ho comprato quel libro...sai !?...quello sui gruppi sanguigni !...>> <<...che in relazione al gruppo, hai un'alimentazione specifica...! >> <<...tu di che gruppo sei ?...>> Oleg Morente sorseggia il caffè, ci pensa e risponde <<...il gruppo 00...>> ? <<..uagliò...>> <<...ti ho chiesto il gruppo sanguigno; mica la farina che usi a far da mangiare ?...>>. 

trecentosessatadue



- il cinema preferito di Zavinul & Rixius -


Rixius da galeotto aveva imparato ad abbassare le orecchie e posizionare millimetricamente la coda tra le gambe; dopo aver scontato la pena non di rado usciva di casa indossando una parrucca color marrone mesce argento, tentando di mimetizzarsi tra le persone eludendo le forze dell'ordine o chi gettava un'occhiata o l'avesse l'incrociato: che nessuno  potesse riconoscerlo dentro quella parrucca e gli abiti lisi. Convintamente Rixius claudicava mostrando l'umiltà che il  travestimento esigeva, soprattutto determinato dalla parrucca trafugata in casa, alla vecchia. Che di quella parrucca faceva il proprio tesoretto festivo. Prendergliela, diceva Rixius, <<...eh vabbè..>>...: ma era necessario fargliela ritrovare assolutamente di domenica. Oppure rischiavi la piazzata della vecchia assatanata davanti al jet-set-dell'underground cittadino, E per non rischiare: la parrucca di domenica tornava al suo posto.La parrucca aveva solo un tipo di acconciatura un po' legnosa di tipo corto scapigliato che alla vecchia piaceva : <<... ringiovanisce sai ?!...>> Che ci vuoi fare con la vanità delle donne si diceva Rixius posando la parrucca <<...vanitas vanitatum... >> Sulla soglia di casa  Rixius infilava le braccia nel giubbotto dava un'occhiata circospetta davanti a sè e si avviava con passo claudicante calzando le All Star con lo strappo; sfatte ma efficaci per ogni tipo di fuga, condizione di tempo, orario e luogo. La cosa più curiosa di Rixius era la postura tenuta dal deretano come fosse una donna nera e così si avviava davanti casa <<...per non farmi riconoscere dalla madama...>> diceva con arguzia. Con sarcasmo giocando a carte al bar qualcuno con una domanda ribadiva <<..i bianchi di solito si truccano camminando da neri...così la madama non li controlla..!?...>>> Dopo la porta di casa, lungo la via in fondo, alla prima a destra svolti, di nuovo a destra. Prosegui, trovi il semaforo. Andando a destra svolti alla prima a sinistra ti trovi in controsenso. Sempre dritto. A sinistra c'è una fontanella sul marciapiedi; di quelle in ghisa, dove nella griglia alla base si appoggia la ciotola e i cani s'abbeverano d'estate. Più avanti dopo il fruttivendolo, dopo la scuola guida, la rivendita di giornali, c'è un grande parcheggio. In una spianata di cemento a demarcazioni di posteggi sull'asfalto, dove c'è un gradino da superare tra il parcheggio si aggiunge lo spiazzo lievemente sopraelevato  dove la fontana in angolo riceve innumerevoli piccioni assetati, che transitano o spiccano il volo o atterrano; in quello spiazzo l'opera d'arte è una biglia di cemento di piccole dimensioni metà nell'acqua con la meridiana sul fianco che misura l'ora della giornata attraverso l'ombra se qualcuno la misurasse; vi è nell'angolo opposto, deus ex machina, un enorme palo della luce con la cima fatta a cappella di fungo, che sovrintende dalla sua considerevole altezza ogni movimento che avviane nel parcheggio. Lì, tra le altre vetture parcheggiate, da una vettura con luci accese e lo stereo a volume, un dj parlava del tempo metereologico presentando una canzone. Qualcuno a causa del volume della radio, guardò il parcheggio dal terrazzo di un palazzo di fronte; qualcun'altro sbucò con la testa dalla finestra, vide, osservò, e rientrò in casa. Nessuno protestò la continua musica provenire da quella vettura, sotto il cielo. A pochi metri di distanza da quell'automobile parcheggiata nel piazzale la scenografia del film si sviluppava negli occhi di Zavinul e Rixius all'interno del cinema dove i due si presentavano regolarmente in sala dopo lo spegnimento delle luci; guardavano sulla celluloide se della loro vita e del loro destino se ne sapeva di più di quanto ne sapessero loro stessi.                   

giovedì 13 novembre 2014

trecentosessant'uno


- Zavinul & Rixius e il mito di Garrincha -

Se il giorno era fratello di ogni essere e la notte si mostrava sgualdrina partoriente, a Zavinul e Rixius quel mondo, sul palcoscenico della vita comunque si presentasse: era degno; con gli sguardi sulle scarpe avanzavano camminando affiancati, dialogavano come ultras metropolitani sebbene fossero tifosi di Wilde / Rimbaud di cui si cibavano intellettualmente: gli aforismi dell'uno e i versi dell'altro; i due scrittori erano da tempo ufficialmente eletti a eroi e padri spirituali; nonostante l'imprinting comportamentale, che le letture dei due scrittori suggerivano; le risse che i due rischiavano quando uscivano da un qualsiasi bar erano frequenti; in quell'atteggiarsi a nobili decaduti tentavano di confondere chi vi era dietro il bancone; consumando in stile. E senza un quattrino nel portafoglio sedevano nel bar di prima scelta, con gli anelli al dito, il bastone da passeggio, il viso da straccioni: humana dignitas; facendo attenzione a passare inosservati mentre Zavinul chedeva a Rixius <<...quanto tempo è trascorso dal'ultima volta che siamo venuti qui ? << molto >> ...bene ..allora ci possiamo rimanere...! >> e il barista si faceva la stessa domanda <<...mm...costoro mi sembra di averli già visti...!?...>>  seduti a tavolino Zavinul & Rixius consumavano chiacchierando amabilmente tra loro e gli avventori del locale, prima della decisione d'uscire; preparandosi con discrezione, gesticolavano i tempi di attuazione della << sortie >> come amava esprimersi Zavinul: che era la strategia, Rixius animava l'operatività con gesti di recezione di luce nell'occhio; rapidamente come ectoplasmi si dissolvevano dal tavolino in cui sedevano alzandosi con una finta in corpore vili, degna di Garrincha ai mondiali; uscivano camminando speditamente sulla strada avviandosi alla lontananza dallo spazio, inseguivano il tempo. Il barista tornava con la bottiglia di Dom Perignon o Armad de Brignac o Moet & Chandon da mostrare a Zavinul che le aveva richieste; con la bottiglia pregiata cercava nel locale i due; ma rapidamente usciva anch'egli dal bar e presa la prima a destra, tutti e tre distanti sulla stessa via alberata; avanti di sveltezza a dileguarsi col parka allacciato e il giubbotto: Zavinul & Rixius, dietro scoraggiato a centinaia di metri il barista col grembiule bianco giurava al cielo imprecando, a Dio, alle Muse, ai Santi, alle divinità della notte  <<......due bastardi figli di puttana..!?......non avete pagato!!..>>                 

martedì 11 novembre 2014

trecentosessanta



 - tra sedani, pomodori e finocchi, la spietatezza di Quercus Gonzales - 


Quercus Gonzales svelenisce il proprio animo grazie all'immagine decadente che gli si pone di fronte in contrasto con i suoi ricordi di geloso amante; quando al supermarket vede Leila Gnocca, con cui molto tempo prima ebbe una storia: ( <<...E pensare era così bella...!... ora è fatta a fiasco di vino: è ingrassata; il grasso la rende rozza, ha il doppio mento, la pappagorgia, due seni più seni si, ma due culi :... uno lo tiene vergine... mm... per farne sfoggio alla festa...!?...>> ).

lunedì 10 novembre 2014

trecentocinquantanove



 - il giardino di Zen -

sul prato steso Zen ha lo stelo di un fiore in bocca; masticandolo assapora il calore del sole: ad occhi chiusi vede le vie della propria mente concentrato ad intercettare le parole che vi transitano. Le prime sono: <<...ventre, maledizione, felicità, fondamenta...>> Zen memorizza immediatamente, ma altre parole venendo lo costringono a prestar attenzione <<...l'oscurità, benedizione, l'orifizio mefitico, felicità...>> rapidamente stabilisce la priorità dei gruppi dividendo le parole dai tempi di arrivo su un foglio ne scorge altre <<...grossolanità, inutilmente, glorioso, comportamentale, creare, utilità...>> e si ascolta attentamente guardandosi attorno, stranito in quel luogo, come giunto da un posto remoto e inizia la ricostruzione in movimenti organici alle parole. La prima frase la risolve in questo modo: la felicità senza fondamenta è la maledizione del ventre. La seconda: la benedizione dell'orifizio mefitico è la felicità dell'oscurità. Infine la terza: la grossolanità dell'utilità non crea inutilmente comportamenti gloriosi. Zen osserva ciò che ha scritto decidendo che la terza frase è quella che più gli piace; se la trascrive su un foglietto la mette in tasca: e alzandosi passeggia leggero per la città con una sensazione interiore ottimistica. Le altre due le conserva con le altre.     

domenica 9 novembre 2014

trecentocinquant'otto


- la domanda da 1 milione di dollari di Ray Kamasutra -


Ray Kamasutra chiede a se stesso se può essere uno scandalo ciò che ha visto; piccolo avvenimento che rimugina raccontandoselo nella mente per l'ennesima volta ricercando la sensazione di stupore e verità assoluta che da tempo giaceva aurea nel sottoscala dei suoi ragionamenti rianimata dal fatto in questione ( <<...l'altro giorno...sarò io che mi scandalizzo per così poco non so...comunque...mentre lavoravo con una collega nel suo ufficio, dalla porta aperta dell'altro ufficio l'orecchio m'intercetta la discussione di cinque persone a sedere che parlano tra loro...ed è quì che mi scandalizzo:...vedo come discutono su come far lavorare degli altri!...cioè costoro vengono pagati per far lavorare della gente: a me non sembra normale...tu pensa se si può andare avanti così in questa Italia...è chiaro che tutto va a scatafascio...>> ) e mentre cerca di metabolizzare la cosa sulla via incontra Dirti Note: si guardano fissandosi da distanza mai distogliendo lo sguardo l'uno dall'altro senza salutarsi, si avvicinano, si superano torcendo il collo continuando a guardarsi come i matti si guardano nelle strutture, Ray Kamasutra nei suoi pensieri sbotta (<<...roba da matti!?...>>).   

trecentocinquantasette



- la confidenza di Hassan Visir -


I due integralisti islamici sotto il platano maestoso li riconosi immediatamente: entrambi indossano i loro tradizionali abiti lunghi chiari, sopra una giacca scura di pannetto, le folte barbe sul volto, il copricapo in testa. Uno dei due pare aver conquistato l'interesse dei pochi extracomunitari nord africani seduti davanti al negozio: lo ascoltano; Quercus Gonzales camminando speditamente scorge tra loro Hassan Visir interessato; si salutano ritrovandosi qualche minuto dopo. Hassan Visir gli confida <<...quei due Imam dicevano... di Islam e dell'occidente,,,! >> Quercus Gonzales domanda <<... cosa in particolare ?...>> <<... solite cose ...prima ti dicono ...che le cose che vivi a questo mondo sono marce...che l'Islam dà... opportunità del Paradiso...e tu dici ...si nel tuo cuore ! ...e scuoti la testa... mentre dici di sì... loro ti dicono ...vai in Moschea...e tu pensi si...e rispondi...è vero devo andare in Moschea... non vado mai...e poi loro ti ripetono...se vuoi il Paradiso puoi andare a combattere...e allora lì mi sono alzato e sono venuto via...ma prima di venire via gli ho detto...che la colpa se in Iraq e in Siria e dove c'è la guerra è dell'uomo...che c'entra Allah ? ...altro che Paradiso gli ho detto...ci sono Sceicchi che hanno soldi e la gente muore di fame...e questi soldi li spendono per le donne mezze nude...ho visto io mettere dei soldi nelle mutande...e lo Sceicco rideva...poi...i barboni vengono a dire a noi che lavoriamo tranquilli, che dobbiamo andare a fare guerra ?...in occidente può capitare di morire si !...per una rapina...per esempio,...ma nei paesi arabi... vedo sempre la televisione con la parabola...tutti i giorni donne, bambini, vecchi, sono sgozzati come animali...molti uomini in occidente hanno più cervello...non vedi ? ...gli ho detto!...hanno distrutto tutto...quello è Inferno... altro che andare in Paradiso !?...>>. 

sabato 8 novembre 2014

trecentocinquantasei


 - Mojo Misiek di prima mattina  -

Dal discorso disarticolato di Mojo Misiek l'unica cosa che Quercus Gozales capisce sono le due frasi: 1 <<...dai retta ammè..quello...dorme ancora con la pecora attaccata al letto ! >> 2 <<...e le parole non riempiono la pancia...! >>.

trecentocinquantacinque

-                                                                                                                    
   i                                                                                                    
l                                                                                              

c                                                                                     
o                                                                               
r                                                                       
a                                                               
 g                                                      
    g                                              
i                             
o                  
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                    e
                                        i         
                                                      c
                                                                 o
                                                                              n
                                                                                    i
                                                                                    g
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                                                                        i
                                                  -
c
o
m
m
u
o
v
e
il
coraggio
 dei conigli 
per quella miseria intellettuale
con cui ciascuno con sicumera
sguaina la propria 
daga  verbale
come 
fosse
di fine 
pregio 

martedì 4 novembre 2014

trecentocinquantaquattro


- il lavoro di Bacon Truva -


...se la neve al tatto cadendo si cristallizza mantenendo la sofficità dell'occhio manterrò l'incanto della realtà; non nevica per ora e spargerò il sale percorrendo gli spazi con la carriola trainata a mano; dalla vasca estrarrò sale col badile, spargendolo sull'asfalto; una sventagliata dai e vai di minuscoli cristalli opachi; lanciati si proietteranno nel breve cielo raso terra per depositarsi rimbalzando come semi; fermi al suolo inerti affonderanno accendendo un caldo foro sulla neve: la trapasseranno; concatenati gli uni agli altri a migliaia sulla candida estesa coltre tutta attorno qui; guardo la neve recitare ciò che sa far meglio illudendo i miei sensi e osservo in silenzio ansimando, uno sbuffo di caldo ossigeno dai miei polmoni esce; e penso alle braccia con cui muoverò il badile per spargere il sale; il quale dalla piattaforma arrugginita della pala da cui decollerà stravolgerà il mondo in quel volare: semplice missione rivolta sull'asfalto; atterrata attenderà il sole di questi giorni freddi e la temperatura ideale sciogliendosi di nuovo e materializzarsi in cristalli poi; per ora il mio sguardo è indirizzato al disco luminoso del sole abbacinante per maleducazione del riverbero: devo inforcare gli occhiali scuri se voglio lavorare...              

trecentocinquantatrè


- Zen pensiero -


Zen riesce a volte a catturare i propri pensieri intrappolandoli nell'anima la quale con forza glieli raffina procurandogli illuminazioni; oscurantista teologica come nel caso di questo dalla natura celeste, che proprio stamane gli si incaglia penetrandogli tra le sinapsi come un crocifisso in forma di calligramma: ...la fede m'impiglia in movimenti e certezze mai grossolane...   

giovedì 30 ottobre 2014

trecentocinquantadue



- l'occhio di Zen -


Zen è preoccupato per la sua realtà non più accettata con gratitudine ma incrinata nel significato; giorno dopo giorno due sogni opposti vivono occultamente nella coscienza e concretamente negli atti che Zen compie; il primo dà l'impressione di essere in divenire con l'aura della salvezza e dell'utopia vincolando in questo modo Zen; alla realtà la quale scomparendo dà l'opportunità di rincuorare il secondo sogno; tenuto in considerazione come fosse una via di fuga fisica e mentale, ma altrettanto concreto, compare o scompare nel caso che il primo si allontani o svanisca d'intensità; Zen teme questi due sogni poichè conosce la forza che esercitano nell'imo dell'uomo quando la realtà è misera e di poco conto; Zen dice a se stesso, che è l'amore che organizza i due sogni fuori dalla realtà, autori di quell'insicurezza che percepisce nel vivere il consueto; allo stesso tempo razionalmente sente di poter dire che vivere la realtà senza seguire i propri sogni significa abdicare a quell'amore; Zen di tutto ciò è consapevole e non interrompe dentro di sè nessun flusso oltre ai due sogni preponderanti, vivendo internamente ed esteriormente sia i sogni sia le correnti di senso e nonsenso che lo trapassano; al momento opportuno, dice Zen, la vita e i sogni in un punto esatto del destino, gli indicheranno la via più equilibrata. Zen riflette e aspetta su tutto questo pur essendo fortemente annoiato. E non esclude a volte di anticipare la sua voglia di seguire i propri sogni, per quanto, la razionalità gli dia l'esatta misura di come questi sogni per quanto seducenti, siano immaturi. A Zen non importa e desidera amarsi e prendersi cura di sè, e in questo è determinato.             

sabato 25 ottobre 2014

trecentocinquant'uno



- Zen -

...a volte durante la giornata Zen si pone delle domande: << ...di fronte alla morte; per l'uomo che sono è più razionale il sentimento che provo nel cuore per una persona che in questo momento non c'è o non potrebbe esserci mai; oppure; la strada che percorrerò tra poco avviandomi oltre la porta che mi chiuderò alle spalle, per andare al lavoro come di consueto ?... >> Zen immediatamente trova la risposta, identificandola come annullamento dell'angoscia che prova di fronte al pensiero della morte, rispondendosi: <<...indipendentemente dalla realtà, in entrambi i casi nell'uomo che sono, agisce la razionalità della fede...>>.

venerdì 24 ottobre 2014

trecentocinquanta



 - l'amore di Cesto Cuker e Nona Profonda -



Come Cesto Cuker conobbe Nona Profunda e mi dice . << ... tu puoi vedere che non sono per nulla attraente e nemmeno lei lo era ...ci combinarono l'incontro.  Mi presentai...una sera a casa di lei .... ci ritrovammo soli..e mi sedetti sul divano...lei seduta sulla sedia un po' imbarazzata: non ci dicemmo nulla per molto tempo e poi le dissi <  ...ci facciamo compagnia...!?... > lei annuì...e da allora usciamo insieme..>>. E da allora ovunque si trovi Cesto Cuker non è più solo ad attendere. Davanti ad una locandina rimangono assorti a fantasticare su come potrà essere la trama; o davanti al cinema ansiosi di entrare in sala, o sul divano davanti al televisore attendono la proiezione del film a volte entrambi stanchi della giornata lavorativa. E Nona Profonda si è abituata ad attendere: dice Cesto Cuker di lei "...l'unico problema è quando c'è la pubblicità e il film tarda ad essere proiettato lei...prende l'iniziativa e..." Cesto Cuker è pudico e non racconta vicende intime che lo riguardano e allora racconta Zen come sono le cose  << ...Nona Profonda si stanca di aspettare sul divano a guardare tutte quelle pubblicità e prende l'iniziativa...Cesto Cuker dice che secondo lui è una ninfomane..sapete Cesto Cuker è fatto un po' a suo modo, inoltre non ha la benedizione della favella...ma per contrappasso ha la benedizione del fallo...sembra da ricerche da bar che abbia un attributo che raggiunge il chilogrammo di peso...figurarsi...una donna...ancora giovane e in carne...che non è per niente bella o piacente e pensava che tutto fosse perduto...si ritrova con un fallo da maneggiare dalle dimensioni di un chilogrammo ...secondo me non è ninfomane come dice Cesto Cuker ...le piace la vita e godere di quello che la fortuna le dà...e comunque lei lo stimola... e poi con gioia si fa il suo, di film; fatto in casa, divenendo regista e attrice protagonista, si muove sopra il chilo di uccello fermo tra le cosce a smorza candela... solo nella sceneggiatura compare Cesto Cuker...tiene duro l'uccello mentre lei come un'attrice consumata gli si agita sopra cercando l'orgasmo del corpo e della mente e la rivalsa nei confronti della vita... Cesto Cuker dice che quando fanno l'amore attendendo il film, tiene duro augurandosi che la scopata si faccia alla svelta, e che spesso il film in celluloide è già iniziato sulla rete...e si chiede chissà se il protagonista ce la farà e chi è questo e chi è quello col mitra ... certo è... dice Cesto Cuker che la posizione a smorza candela è la meno indicata per capire la trama...se poi questa ninfomane si muove come un'ossessa...facesse presto che il film non me lo gusto proprio: tetta e spalla che mi vanno su e giù davanti agli occhi e il gnigo-gnago del divano, mi sembra di essere sul tagadà della fiera.. >>.         

giovedì 23 ottobre 2014

trecentoquarantanove




- cronache di vite annunciate -


 ...lo scheletro del palco è nella piccola piazzeta; la nicchia in fondo ha le porte della chiesa aperte;  sul corso l'uomo grasso tiene la padella in mano, svolta sotto il portico entra in bar; la donna sul ponte esce dalla piazzetta indossa gli occhiali da sole nonostante sia buio e la nebbia non si sia diradata; il rumore del carter è inequivocabile: il tipo si ferma di pedalare guarda in basso tra i pedali; la donna elegante col velo beige in testa entra in bar con un sobrio "...buon giorno " mentre il figlio piccolo le tira i calzoni per farsi ascoltare; la ragazza fuori dal bar siede a tavolino parla al telefono cellulare: fissa il vuoto incontra parole; nella viuzza laterale il parroco sbuca dalla porta della mensa col fare di chi controlla se c'è qualcosa che non và; all'angolo la donna con gli occhiali si alza dal suo ufficio guarda fuori chiude la porta vetri una folata di vento le muove i capelli; a centinaia di metri di distanza sulla via principale la ragazza di colore seduta attende la corriera si chiama Wilo: è giovane ingenua diffida come un animale; poco distante da Wilo che osserva il proprio cellulare, la commessa del supermarket  parcheggia nel piazzale, scesa dalla vettura si dirige al lavoro; ragazzi a gruppi si affrettano con lo zaino in spalla per raggiungere la fermata della corriera; sono perlopiù studenti che attendono con gli auricolari alle orecchie ascoltando musica; il chiarore della luce tinge loro gli occhi sonnolenti: l'ennesimo giorno sta per comparire; il ragazzo con gli occhi tumefatti chiacchiererà con l'amico ubriaco il quale controllerà il cellulare seduto sul muretto; la ragazza in tuta e maglia rossa fuori dal supermarket spingerà il carrello della spesa oltre la strada per fermarsi di fronte al cancello di casa; la corriera si fermerà di nuovo per l'ennesima volta aprirà le portiere; il furgone si fermerà sul ciglio della strada scaricherà dei carrelli; la donna anziana leggerà il giornale sulla panchina di pietra due studentesse sulla strada con lo zaino in spalla rideranno tra loro raccontandosi delle vicende; sul corso l'uomo grasso controllerà il proprio cellulare fuori dal proprio negozio; il parroco sbucherà da una porta infilandosi tra i banchi in chiesa scomparendo di nuovo; davanti alla Madonna nonna e nipotino reciteranno la preghiera che il bambino dovrà imparare a memoria, suo malgrado ...            

mercoledì 22 ottobre 2014

trecentoquarant'otto



- Agro Sillabo -


all'aperto Agro fuma nervosamente quieto rintracciando traverse concetti diagonali d'ogni discussione o controversia avuta con il collega dell'ufficio; sulla testa ha mazzi di capelli bianchi irretiti dall'esser svegli a qualsiasi ora; da lassù paiono elettrizzati sorvegliare dalla loro insonnia e postura le piazzole di alopecia qui e là; le rughe della fronte sono canali secchi dell'inverno, per l'irrigazione del sudore  sul volto d'estate; che gli imperla il volto dal naso camuso sino alla mandibola caucasica riversandosi sulle labbra; e gli occhi color della follia marina frattanto attendono ipnotizzati il cosecutio temporum di quei pensieri.   

martedì 21 ottobre 2014

trecentoquarantasette



- Mojo Misiek -


<<...senti ammè...Zen...stammi ad ascoltare !... e togliti 'sti auricolari che non mi senti...che ascolti ? stà ad ascoltare ammè !.... Ieri sera...mi sono addormentato davanti al computer... !...e allora !...sai mi riempio la testa di politica, leggere questo quello e quell'altro replica....mi sono addormentato...!...e allora...! e porco cane mi addormento....e mia moglie ai voglia che mi chiama e quando capisce che non rispondo...mi manda a quel paese e si addormenta pure lei, ma a letto...!... dopo un po' mi sveglio nel cuore della notte... non sò se era il cuore della notte... comunque !...e allora...mi sveglio...e vado al gabinetto....passo davanti alla camera da letto... mia moglie che dorme...e vado al gabinetto no !? ...mi prendo in mano...insomma ...mi prendo in mano l'uccello per pisciare... e non me lo sento!...hai capito bene !...non mi sento più l'uccello...e allora mi dico...che stà succedendo ? ...e cazzo non mi sento l'uccello perchè ho la mano tutta informicolata...e allora mi tocco qua, e poi un po' più giù...e mi dico...stai a vedere che mi viene un infarto !...mi guardo allo specchio tenendomi stretto la mano informicolata...e mi vedo ...ma non c'ho la faccia di uno che sta per morire...e però lo sai com'è oggi ci sei e domani chissà...e allora mi dico...Mojo se stai per morire che ti viene un infarto c'hai la possibilità di fare una morte di merda se te ne stai al cesso, una bella morte se te ne vai a letto con tua moglie...e allora sai che ti dico ? ...mi sono detto !...vado a letto con mia moglie e se muoio...pazienza !...e invece non sono morto... e oggi sono ancora qua...eh...a volte la vita ti sorprende !...non è vero Zen ? ...tu che dici !?...>>. 

giovedì 16 ottobre 2014

trecentoquarantasei



- Helmut Tordo -


Helmut è fatto così: siede di mattina presto al tavolino del bar, l'alba che s'intravede dalla vetrata in nero prende spazio sui muri delle abitazioni; Helmut rimane assorto nei pensieri concentramdosi sui disegni che compaiono dalla sua prospettiva dalle volte del porticato; o fissando per qualche minuto lo slogan di un cartello pubblicitario davanti ad un negozio chiuso verificandone l'efficacia; oppure come un antropologo osserva l'avventore anziano in angolo che sfoglia il giornale; Helmut mastica la briosc nel silenzio assoluto della schiera di pensieri che lo invadono e senza un ordine fissa davanti a sè il caffè che la barista gli ha servito, ricordando il movimento cinetico della donna col sorriso, che dal vassoio prese la tazzina poggiandola sul tavolino mentre egli osservava altrove; ora si concentra nella lucentezza dell'acqua che nel bicchierino resta immobile per lo spazio breve del vetro, poi l'attenzione delle frequenze che ode diventano preponderanti; e la radio in quell'atmosfera in cui Helmut è assorto di conoscenza e torpore, gli propone note musicali che gli annodano un groppo alla gola facendogli ricordare qualcosa di emozionante: individuando le casse musicali agli angoli del soffitto, riconosce il brano in I will survive di Gloria Gaynor. Ed Helmut si sente sciogliere da quella canzone e osserva viaggiando sulle note la giovane barista impegnata a lavorare dietro la vetrinetta; con quei due seni marmorei e quel fondo schiena della madonna; Helmut si sente confuso e non sà, se è commosso per i ricordi che la canzone gli smuovono nel cuore e nella mente, oppure per la resurrezione della carne che sente nei calzoni a tutto quel ben di Dio. Di mattina per un uomo, possono essere un turbamento.   

lunedì 13 ottobre 2014

trecentoquarantacinque



 - space cake-


Rox racconta <<...a 18 anni che vuoi fare...! sei  ad Amsterdam... e ti diverti...fai le solite cazzate...e fumi della marija; ...una volta ci siamo fumati dell'Afgano nero...a stomaco vuoto, di mattina appena alzati...lì te l'aspetti che alla prima boccata di cannone... ti arriva 'na botta in testa e parti a guardare il soffitto strabuzzando gli occhi come un figlio dei fiori;...la dimensione è quella lì......tra l'altro l'Afgano che abbiamo fumato era allucinogeno...ci siamo stesi sul letto e quando ci è passata abbiamo fatto colazione...cazzo era pomeriggio inoltrato...eravamo scombussolati......eccheccazzo... tiri fuori un tocco di fumo così a mattina appena sveglio !?...ci è andata bene...ci potevamo svegliare il giorno dopo. ...E vabbè,...ma quando sono andato in uno di quei caffè shop...e che faccio ?...tutti prendono un trancio di space cake...lo prendo anch'io !...non vado matto per i dolci, le torte, e quella roba lì...<< ...dai prendi anche tu un pezzo di torta!... >>...e ...mi prendo un trancio di space cake...e...butto giù la fetta di torta di marijuana... e non succede niente !...avevo ancora fame, e in più non sentivo niente...bo!? ...ne chiedo un'altra...e la butto giù ...usciamo a fare una passeggiata e mentre sono li che discuto con gli altri...cazzo...mentre sono impegnato in una discussione di culi e tette...mi vien su la torta...cioè no da vomitare...mi viene su l'effetto. ...E mi pare di camminare a 30 centimetri da terra su una nuvola... e inizio a vedere tutti i miei amici con le facce strane... come dire...da culo... e allora mi metto a ridere come un matto...loro parlano di tette e culi e io li guardo in faccia e vedo i culi di cui stanno parlando assomigliano alla loro faccia...ti giuro che è stata un'esperienza esaltante...quanto è durato l'effetto ?...un paio di ore...! Il problema... per modo di dire...è che è scomparso l'effetto su di me, ma non su di loro...sono delle facce di culo mai viste anche nella vita... ma non glielo dico...sorrido e faccio finta di niente...che ci vuoi fare ? ...lo space cake su di me è stata come una sorta di rivelazione nella percezione del mondo..!...però l'hanno sempre detto: ...non tutto il male vien per nuocere!....>>.       

sabato 11 ottobre 2014

trecentoquarantaquattro




         - Characters  3-
       --------------------







   Lukanikos -                      ha un cartiglio appeso al muro in ufficio
                                            col numero di telefono personale impresso; ne ha
                                               un altro di un'amica che si chiama Lorna, a tua
                                             disposizione nel caso tu abbia fretta o sia nervoso












 Goio Smorta -                                 invecchia elegantemente male
                                               a passeggio col cane, gli parla come fosse
                                                          un essere di lingua umana












 Iol Benjamin-                              trotterella sfoggiando una camicia da
                                                    amministratore di condominio cinese
                                               sorride salutando, che ci sia il sole oppure no













Logo Mars-                        non è equlibrato nel relazionarsi con gli altri
                                                     deprime così la propria intelligenza













           Mol Bol-                            ama essere modesto, per non aver l'obbligo
                                                                             di  ringraziare













      Lunda -                                           è convinta che tra le cosce
                                                     vi sia il segreto per conquistare il mondo
                                                ma detesta che si pensi che lo pensa; preferisce
                                                       che di lei si dica che è intelligente e raggiunge
                                                          ciò che si prefigge con la volontà
                                                                          













        Azzimakiss -                          gode dell'immunità al dolore sociale
                                                            l'esperienza accumulata l'ha reso                                               
                                                        invisibile; la radio di casa è sintonizzata
                                                    su frequenze elleniche; Amorgos è l'isola
                                                                 per il suo buen retiro












  Mac Barel-                                   due cani: un Levriero Afgano, l'altro un Boxer
                                                li governa col guinzaglio dando l'impressione
                                                 di non conoscere l'umiltà, di morire sia nella
                                                        semplicità che e nella presunzione
                                       
                                                               










  Dora Roll-                            il sole verso gli occhi del buongiorno; ruota la erre
                                                  contemporaneamente che sia madre o figlia
                                                   ama il sentiero del principio che con cura
                                                  detiene col marito nel piacere di cose serie 












Colin Ecommer -                    ha convinto tutti d'essere un artista












  Ureta  Fi -                                   è il filoso di quartiere, lo trovi
                                                        in negozio all'improvviso,
                                                           sulla panchina, o gioca
                                                       a carte, o parla con la barista












Inetto Lavanvera -                        politico che non delude: è una certezza sociale













 Ornella Bilik  -                 è un'esperienza formativa:quando la baci ha il sapore di                                               un ideogramma giapponese, un pesce bianco all'amo
                                                      la carcassa di un copertone invernale











          Yussù -                             tutti gli uomini sono concordi nel sostenere
                                                           che solo un amore per questa donna
                                                                         non è possibile
                                                        










 Maria Bolsky-                     la videro alzarsi e andarsene dalla festa del racconto;
                                                     la storia che stavano leggendo rimase senza
                                                                il personaggio principale










 Flora-                                           statua muliebre nel giardino pubblico
                                                        presso la curva della strada, gli
                                                             alberi in parte la coprono












   Lush-                                al polso guarda il tempo sul quadrante di un orologio
                                                  di poco prezzo; le lancette trasparenti, quella
                                                     dei secondi listata a lutto; calza scarpe 
                                                                      color platino













      Tony Darma -                 rilevatore umano di spostamenti sociali;  asociale
                                               agit prop, in collegamento con le ferrovie dello stato
                                                  per spostarsi, s'intrattiene con le sure nella mente










Zana Ross-                                              bella donna; ha i numeri
                                                           per simulare d'essere ciò che non è











   Donna Dus -                    stabilisce un tempo magico agli occhi dell'alterità       
                                                                        ingannandoli


                            









Tullio il Visionario-              ...vidi un mazzo di fiori provenire
                                                        dall'ovile, ascoltai un                                                                                                                                    rigagnolo di fumo
                                                         scendere sulla terra...
                                                                                     











   Armento Anuan-                             sfrattato, nullatenente, relegato ai margini
                                                                    della società, acquista una roulotte
                                                                 si stabilisce nel campo Rom, sposa una
                                                                               zingara: dice ...non sono
                                                                                 mai stato così felice...










 Mara Rotten-                                                    ha il cane al guinzaglio,
                                                                  il marito 60enne magro alla moda
                                                            il figlio con l'automobile potente; cambiò
                                                                  quartiere per non essere scambiata
                                                                          per un' extracomunitaria 











 Ranfo Land -                                       sostiene che i barconi degli immigrati che
                                                          affondano nel mediterraneo non moltiplicano
                                                                           il pane; ma i pesci si:...
                                                                            un mezzo miracolo...
                                                                                   ...ci vuoi fare !...
                                                                       non si può aver tutto nella vita !?
                                                                                   










 Svetla Galina -                                     ...finito soldi?... finito amore...











 Dish Bolan-                                   da un po' di tempo gli frullano in testa  
                                                     due parole: Autos- nomia / Ergos- nomia
                                                  fossero dei titoli; e altre parole in successione
                                               come fossero il testo: Escape/ Exit / Spin-dryer









   Truli   -                                  ha l'elettroencefalogramma semi-piatto, in tasca
                                                    conserva avvolto nella stagnola i cocci di un
                                                    piattello colpito al poligono; guarda fissando
                                                 a terra non pensando a nulla; ha gli occhi azzuri
                          
                                                   








Neon Lady-                                          labbra finte, l'acconciatura
                                                                     diversa ogni volta
                                                      i seni rifatti, si trucca pesantemente,
                                                            ma nonostante si mimetizzi                                                                              è riconoscibile alla morte   
    


                                             

sabato 4 ottobre 2014

trecentoquarantatre



 - Requiescat in pace -


Le vie dell'Inferno, i canali del Purgatorio, i parchi del Paradiso; si fondevano amalgamandosi nella terra su cui vivevo; la postura rigida e orizzontale di ogni corpo, il nome, l'epitaffio morto anch'esso, magicamente vivo nei miei occhi con cui lessi; quelle parole, quelle immagini fisse, foto recenti o sbiadite alla luce del mattino, nello sforzo di proiettarsi nell'eternità, dentro l'uomo poi nell'universo; camminavo tra i sentieri calibrando lentamente i passi, nel volo lieve d'un essere alato il mio interesse si posava sulla lapide di ognuno presso il nome: Brenno la postura da attore consumato; l'accidia di Dolina con gli occhiali; le mani dietro la schiena di Giuseppe; lo sguardo interrogativo di Giovanni; Celestina nel volto dolce l'espressione beffarda; Erio colto alla sprovvista pare voglia ridere; Lorena seriosa; Bruno sorride mostrando i denti bianchi; Ferruccio stringe in mano il calice di vino; Adriano indossa il giubboto invernale; la donna cinese con il numero 66 alla base della lapide; Domenico sfoggia la timidezza; Francesco la sua baldanza; Luigi la sua importanza; Lucio ha il volto dimesso; l'allegria di Rino; Francesca ti guarda sospettosa; Riccardo ha l'ufficio di lavoro alle spalle; a Tina hanno disegnato delle rose presso la foto; Oleh nel giorno del suo matrimonio; Giuseppe nella solitudine della sua stanza; Paolo al ricevimento dubbioso guarda l'obbiettivo; Mauro col cappello siede sulla panchina: un cowboy dal maglione giallo; Nina nella foto ovale antica è sbiadita; seduto sul pontile di un porticciolo d'inverno c'è Gennaro; Ada è nella sua sensualità prorompente e sfoggia i capelli biondi cotonati come la cantante dei B52; Carlo amava Cervantes, Shakespeare, Dostoevskji; Siria non è una donna ma un uomo nel viso scolpito dalla barba corta: guarda; Teobaldo in bianco e nero è scolorito dal tempo; Ida ha la collana nera sulla dolce-vita bianca; Irma rinserrata nel suolino allacciato, sfodera la giacca attillata di partito; Annetta nel suo sorriso; Romolo: Lenin senza copricapo;Romolo ritratto davanti al portico indossa una camicia scura; Giorgio sbiadito ha la cravatta a pois; si abbracciano Maria Pia e il marito; Lea sorpresa di profilo; per Elisabetta sulla lapide: - il buio della morte non reggerà al tuo sorriso solo luce e splendore - Libera e i suoi capelli bianchi il pull-over bianco a rose rosa; Cleomede e Miranda marito e moglie in una foto che li ritae a colori; Luigi, Annunziata, Pier Paolo, Marco e la foto al centro della tomba, di un angelo che pensa; Zeni e la sua fermezza; la bellezza é di Flora donna misteriosa ed enigmatica;  alzai il capo e laggiù riconobbi il Presidente della squadra di calcio in cui giocavo da bambino; claudicante si muoveva tra le lapidi cercando qualche viso che non incontrava più in vita; il viso gli scivolava su ogni lineamento e accarezzava con le mani passando ogni marmo che sfiorasse; osservandolo avvicinarsi nel vedermi distolse lo sguardo; distolsi l'interesse a mia volta, avviandomi all'uscita salutai mentalmente - chapeau a tutti  per le commedie della vostra vita - . Il segno della croce e oltrepassai il cancello.                       
   

mercoledì 1 ottobre 2014

trecentoquarantadue


   - Characters -  2
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Godro Wallera -                    Vive, gioca, parla, interagisce, spiega, si fa capire
                                                       tutto con l'ausilio di un neurone. Uno.




Topo Scianco -                             L'intera vita gli cammina davanti al negozio.
                                                         A volte entra dalla porta con una folata
                                                         di vento, gli stira le pieghe del viso gli
                                                                 mette giù di posto il ciuffo




Jason Cilicio -                                      Trova l'amore agognato lo perde poco dopo
                                                                      non ritrovandolo mai più.




Stolido Rusco -                                    Ha un ricordo, che rassomiglia ad altri
                                                                   centinaia di migliaia identici
                                                                 il quale brevemente si consuma in nulla
                                                                 dopo averlo ricordato in un sorriso
                                                                         per pochi secondi




Vip  -                                                        Ricorda la durezza del III Reich
                                                                     è onesto quando dialoga
                                                                   soffre l'avvenenza femminile
                                                                   in qualche spunto è misogino
                                                             i vestiti eleganti gli straballano addosso  




Scic Dwarf   -                                 Pensa che il mondo ruoti attorno alla sua  virilità.
                                                       Veste elegante, è altero, non ha coscienza della
                                                                  propria estinzione spirituale agli sgoccioli
                                                                 nemmeno di quella fisica. La certezza per
                                                                  chiunque è che morirà elegante nella bara
                                                          farà come al solito la sua bella figuretta. Per ora vive
                                                        di tutto punto incartapecorito nella modernità consunta




Nidor Mollio  -                            E' costantemente in un altro luogo
                                                     con la mente da dov'è fisicamente                             
                                               




                                                        misura pesa le parole
Tube Smail -                                  ti accoglie con un sorriso;
                                                   valuta il sostrato dell'anima
                                                       nelle persone è simpatica.
                                                       Non dà confidenza. Ti frega.





Ugly Bitz -                  Ha un ghigno che ricorda uno sterco al chiarore di un lampione
                                                                  in una serata morta
                                        con una folata di concime che s'impregna sui vestiti.




Dolli Pau -                                   Ama gli uomini con cui fa l'amore
                                                   per l'amore universale che ne riceve.
                                                                        Poi si vedrà.






Adonello -                                Vive in un altro secolo; è il diverso per eccellenza
                                                  del nostro tempo. Da prendere a piccole dosi, può
                                                   essere un
                                                  farmaco di contrasto con la realtà
                                                  per individuare / supporre il Zeitgeist guardando il cielo
                                                  contemporaneamente l'orologio. 
                                                   
                      




Nez Partenope -                        assomiglia al fumetto degli anni 70: Peter Paper




No Ciapa  -        imprenditore di sciocchezze a mitraglia:
                            filosofiche: ...anche i sassi si evolvono...
                            geo politiche : ...i missili cruiff...
                            outing:... sono il gatto nero di famiglia...
                            viaggi:...sono andato a vedere la siepe di Berlino...
                            saggezza: ... tutti i nodi vengono a galla...
                            relazional - sociali: ...sei una ragazza pane e acqua...




Femmina b.      -                       Non amandoli non avendo memoria
                                                         non ha nessun senso di colpa
                                                    nell'unirsi a innumerevoli uomini
                                                    anche contemporaneamente. Qualcuno sobilla
                                                      che sia una vocazione da assitente sociale 





Helmut Tordo -                                   la moglie ha fiducia in lui
                                         sa che uscirà 10 minuti prima dell'arrivo dell'amante





Antony Dracma -                        non ha mai avuto nulla dalla vita
                                                     ha sempre solo sentito parlare di amore
                                                     ignoto per lui, felicità mai provata direttamente 
                                                     forse per questa ragione tradisce chiunque
                                                      stigma di una verità assoluta.
                                                    
                                                             





   Danksy -                                 Se stesso nel passato non lo ritrova più.
                                                     Sensazione straniante da cui si sente                          
                                                      spodestato. Nessuno lo percepisce.
                                                        Aspira al suicidio inconsapevole.





Il Tombeur de F. -                      ...averlo duro e avere un buco dove infilarlo...
                                                         Questo il suo motto per tutta la vita.
                                                          e quando te lo dice ha gli occhi brilli
                                                                e il fiato che sa di vermouth 





Ierdè Falistra   -                                Pulisce i propri pensieri con l'amore celeste
                                                                      sotto il getto della doccia                                     
                                                                       toglie al corpo la sozzura
                                                                        della corruzione terrestre
                                                                     vede l'aldilà non ne ha paura





Herman Dimitris -                        Morì, fu sepolto, davanti alla lapide
                                                                crebbe un fiore colorato                               
                                           d'invisibilità che profumava  i pensieri di chi  passava





Oleh Fuente -                                         ...non so che questo:
                                                           la rozzezza di fatti e pensieri
                                                        è una colpa per uominie e donne
                                                                      incommensurabile...                             





Il Prete -                                                      Per aver amato indistintamente
                                                                    era madido di morte nello spirito
                                                                      accorto immortale dona agli
                                                                     occhi la freschezza dell'eternità
                                                                      per chi legge nel corpo i segni





Cargo Deluxe -                                      Nell'invisibilità dell'esistenza umana
                                                                  tutto attorno a sè nascostamente
                                                                   si concretizza  senza traumi
                                                                    nel termine di ogni pensiero
                                                                   in un fondoschiena femminile
                                                                            luna tra le labbra





Yamuta -                                  gli occhi iniettati di attenzione e giudizio
                                                 sono maestri spirituali, il ventre di una o più femmine
                                                  con amici o senza il luogo migliore dove ridere e morire





Danny P. -                                           ...i colpevoli ?...certo che ...i colpevoli
                                                                  ci sono eccome, sono gli stessi
                                                                responsabili di quel complotto che ti
                                                              dicevo...!?...In più non trovo da lavorare
                                                                  .                            





il Pazzo -                                     Pare cammini sul filo della normalità
                                                      col precipizio che lo inghiotte
                                                              mentre nei  pensieri siede
                                               guarda il cielo aspira la sigaretta tra le labbra
                                             recita un pensiero nuovo per se stesso e per lo spazio






   Bellabi -                                         la cosa più difficile della sua vita è stato
                                                                  scavalcare il cancello di casa
                                                                 alle 3 di notte ubriaco putrido e 
                                                    convincere i carabinieri che non era un ladro
                                                                 ma aveva perso le chiavi .





Sconosciuto al telefono -            ...eh...dici sempre di si... e non fai mai niente...!
                                                                 ...ma che razza di uomo sei ?




                                  ...lo so che hai paura perché non sei armato
Odulfo Barret -     ... ti regalo questo gingillo...è un pugnale...nascondilo...
                                     è un'arma da guerra... se ti beccano ti arrestano





Raman Fissa -                                         ...in Moschea c'è una puzza terribile
                                                                          insopportabile di piedi nudi
                                                                                   ...non vado più!...





Buscar -                per dimagrire gli proposero d'inghiottire un verme solitario
                               lui è ancora vivo, il verme solitario non so, comunque ha funzionato
                                dimagrito sembra un figurino: ha aperto una rosticceria
                                   quando serve porta in testa la barchetta da muratore