venerdì 17 gennaio 2014

duecentotrentasette

- la nonna di Little Shango era comunista -

All'alba del capitalismo sfrenato, dove la stortura concettuale divenne regola e l'apoteosi dell'idiozia sdoganata dalle televisioni; nel regno dell'ortodossia dei pensieri menomati dei filosofi che non intervengono, non indirizzano, non influenzano, non significando nulla e con nulla da fare, tranne essere corrotti dall'ignavia e dall'inesperienza; simili ai politici irriverenti di fronte alla miseria umana ma ossequiosi all'entrata delle banche, e degli interessi dei banchieri; con i v.i.p a tavola, nei summit, sugli yacht d'estate, che compaionio sui rotocalchi, sugli schermi delle televisioni; assieme alle donne di gran classe o di poco conto, che non mancano mai da nessuna parte sin dalla notte dei tempi, come il pomodoro sulla pizza, anche loro sdoganate. All'alba della nascita di un soggetto nuovo nella realtà quotidiana definità modernità o contemporaneità, chiamato - spreco - con i suoi fratelli - sperpero - lusso - eccedenza - sfruttamento - nuovo schiavismo - degli indigeni, e non solo di chi è di pelle nera ma di tutte le razze. All'alba della sfiducia nei confronti della fiducia, e di un mondo; non uguale e diverso a cura di Satana vestito da nobile legittimo, nel consueto stile di coprir gli occhi di ciascuno, indirizzando nel piacere sorridente di reati, irridente con al collo un cartello e la scritta - nel proffitto ne approffitto -. Little Shango di professione uomo; credette di poter raggiungere ogni obbiettivo che si fosse dato, pronti sugli scaffali dei supermarket o dei negozi di prossimità o in franchising, attraverso la dilazione dell'acquisto degli acquisti, che lo avrebbero reso debitore e dunque schiavo vincolato per anni a venire, ma individuo sensato e pieno di senso comune nel concetto aureo e moderno del tempo che viveva - libero di possedere -. La nonna di Little Shango ex staffetta partigiana ed ex amante di un militare nazista disertore divenuto combattente delle brigate partigiane di montagna, felice gioiosa di quel suo passato di guerra e amori, comunista, amante di Lenin, Trozsky, dell'anarchico Bakunin, con il santino in borsetta di Svetlana la figlia di Stalin, e dello stesso Stalin conservava il rosario di proiettili da sgranare sulle parole dell'internazionale comunista ogni volta che c'era da leggere il contratto con la banca, di una polizza, dei bugiardini dei farmaci, o che ci fosse da mostrare una tessera se fidelizzato o no, insomma per una qualsiasi cosa. Bene. Un giorno la nonna di Little Shango sentì che era arrivata la sua ora; tutti si allarmarono mettendosi in opera per chiamare il dottore. La donna a quel trambusto di chi andava di qui, e di chi andava di là, in un momento di lucidità capì che quella era la sua ultima ora e che i parenti avrebbero tentato di salvarla esclamò <<...no...fatemi morire vi prego...>> al chè, i parenti tutti si fermarono: e la nonna riprendendo fiato continuò  << ...si... fatemi morire...che solo se muoio...non ci perdiamo di vista !...>>.         

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