giovedì 12 marzo 2020

cinquecentocinquantasei

....l'Italia ha una caratteristica rispetto alle altre nazioni del mondo che risiede nel significato di bellezza che nutre la gente comune. Non intesa direttamente alla bellezza come la pubblicità del patrimonio storico che ci fa riconoscere ci propaga ci identifica, ma nella viva semplice capacità di modificare l'esistente renderlo affascinante funzionale colpisce l'intimo di ciascun essere umano. Cioè, l'Italiano ha la capacità di inventare come nessun'altro essere umano ed essere antesignano come nessun'altro rendere efficace di moda ogni cosa che arriva a ideare e ad uscire per caratteristica antropologica dal concetto di mediocre che sia un'ideologia un motore un abito un paio di scarpe in architettura rimanendo artigiano artista prestato alla grande distribuzione delle merci del nostro tempo. Di fronte a questa potenza di immaginazione sui generis che si riflette nella realtà non vi è dittatura o idea che possa competere nello spengere questa inclinazione che rende l'Italiano anche un potenziale rivoluzionario.......    

martedì 10 marzo 2020

cinquecentocinquantacinque

........tra un mese, chissà: sarà tutto finito e queste restrizioni chiusure forzate: le città fantasma nelle ore serali imposte, ci avranno cambiato emotivamente nell'intimo in profondità sino a dove noi non ci conosciamo né ci comprendiamo più. E avremo l'idea di essere scampati ad un disastro imminente che riguarda tutti e non solo alcuni, dopo essere stati un obbiettivo a caso della possibile sciagura provocata dal virus che si può rivelare mortale in alcuni casi: sapremo ciò che più ci salva nei momenti di sconforto ciò che ci rincuora ciò di cui abbiamo più bisogno indipendentemente dalla ricchezza che ci separa da individuo a individuo poiché in una situazione del genere siamo divenuti più uguali più necessari di come volevamo supporre poter credere da tempo, troppo tempo. Mentre passeggiavamo in narcisistica postura senza alcun dubbio né remora come divinità quasi compiute racchiuse nell'alveo cucito alla moda e da dove si guarda il resto del mondo con soddisfazione: ora non più. Forse chissà, fra un mese di passione e potremo ricominciare con uno spirito dilavato arricchito di umanità.....      

domenica 8 marzo 2020

cinquecentocinquantaquattro

....è chiaro come il virus abbia propagato la massima allerta in Italia e possa distogliere l'opinione pubblica dalla natura degli impegni del governo il quale in sordina possa fare approvare in questo stato di cose eccezionale nonostante il parere contrario della gente la quale non viene mobilitata sul documento in questione ( che non subisce uno stop nell'iter ma continua nonostante l'emergenza in cui tutto è fermo ) impegnata in questa emergenza straordinaria dai risvolti a volte contraddittori il famigerato Mes per nulla popolare documento che tende a vincolare il governo e i prossimi governi ad un rapporto con l'Unione Europea non negoziabile né modificabile. Divenendo, facendo parte, l'italia: così a tutti gli effetti di una colonia economica che si prospetta nel futuro prossimo senza identità smembrata assorbita dentro altri confini dispersa nella volontà indipendente irredentista conquistata dalle due potenze egemoni in Europa: Germania e Francia attraverso un tradimento compiuto alla gente comune, alla democrazia, con l'aspetto dittatoriale e bizantino tipico dell'arroganza di una èlite mondiale: attraverso il governo in carica di natura di sinistra europeista........      

sabato 7 marzo 2020

cinquecentocinquantatre

......beh, si insomma, ci penso, ci ripenso, non so bene come voglio o desidero che sia. E' ovvio, il mio primo: non so, ma ultimo desiderio è amare un essere umano. Prima di pensare ad amare arrivo persino a sostenere la volontà di perseguire il sogno del monachesimo urbano a me stesso. Per quella dura allucinazione che è il futuro ideale di libera espressione. In cui mi getto spesso: vivo il presente. Dunque non mi raccapezzo e mi seguo per la soluzione di continua vita, percepisco la speranza di approdare al mio ultimo fine: che è per elezione personale così mi sento di interpretarmi nell'inconscio legato imbavagliato prevalentemente muto: il primo fine. Navigo nel mio mare in cui si specchia il mare oggettivo esteso che pare eterno di un'incertezza che mi annoia.....e cerco amore...ti cerco... amore.. 

cinquecentocinquantadue

....ci sono tre momenti che mi hanno colpito in questi ultimi venti anni. E hanno colpito l'immaginario di tutta la popolazione mondiale. L'attentato dell'11 settembre 2001, la crisi economica del 2008, nel 2020 anno bisestile la diffusione, del coronavirus. Non so se ci sia sia una volontà dietro questi tre eventi di massa ( li posso paragonare ad una sorta di trinità al rovescio ) che paiono essere accidentali o vi è una connessione dolosa e occulta, se dettata da una regia di uomini che stabiliscono la diffusione planetaria di certi eventi atti a mutare geneticamente il modo di pensare e condurre la vita di immaginarla di ridurla di abbassarla nel renderla vincente attraverso un concetto di deriva: dell'autonomia, dell'automazione, privando così la stessa vita, di un punto di riferimento immaginario ancestrale necessario alla moltitudine; così da orientarla dove la stessa moltitudine non sa lo chiama destino oppure fato. Mentre questi uomini la conoscono bene la via psicologica su cui è indirizzata la vita della moltitudine essi sono gli autori di questa paura generata ad uso e consumo per la massa una volta scatenata ne controlla i risvolti positivi negativi.....la indirizza, la guida, la modifica............ la cavalca, crea profitti......i morti sono sempre e solo un incidente se l'uomo è fuori dalla storia e la storia è determinata dalla scienza e dalla tecnologia  nella loro volontà di potenza...... = .......si lo so il solito complotto 

cinquecentocianquant'uno

...il desiderio di esserci, la volontà di non essere sopraffatte, la belle epoque, lo sprezzo del dolore, non l'incoscienza di cui non sono fanatiche, la ricerca della felicità carnale, da riattivare nel bar del porto: al tavolo le brasiliane stagionate circensi. La più assatanata capelli lunghi corvini viso da indigena la pancia i pant attillati leggermente femminile la vedo lavare le lenzuola nella mastella della baracca, alticcia attacca discorso col giovane camionista rumeno che stava per attaccare il discorso con me. Mi fa un piacere mica piccolo. Una tempistica da peschereccio con la rete se lo intorta e lo porta via, si mettono a parlare lei le dice che è vecchierella glielo dice come a fargli capire che si aspetta che lui prenda l'iniziativa se ne vadano dietro allo stabile al buio, nascosti in un qualche pertugio da camionista rumeno glielo spinga tra le cosce senza tanti preamboli. Quella con la giacca zucchero i seni prosperosi pare di malanimo, forse ha bevuto un po' troppo.  Il cestello dello Champagne, la bottiglia reclinata, il ghiaccio acqua. La piccola con tutte le sue cose a posto ha un cappello di pelo il volto nascosto da una sciarpa i seni in bella evidenza ridacchia di fronte allo stornello dell'anziano giovanile che le dice qualcosa e le sussurra qualcos'altro. Il negro buttafuori a distanza osserva lo spettacolo, parlotta con un cameriere. Si aggiunge una brasiliana reclutata da chissà dove con gli occhiali il volto che non si identifica col cappello di paglia colorata si avvicina al turco pachistano col tatuaggio nella caviglia e gli dice << che bello vederti >> si baciano sulla guancia. Il ciccione con la t-shirt - strong - a fianco li guarda sorride. Il negro buttafuori passa muto le braccia dietro la schiena dà un'occhiata al video musicale. Non succede nulla tranne prende fuoco nel frattempo la sorca delle brasiliane che in sintonia come programmate per fare l'amore sculettano dicono ridono si muovono si appostano scandagliano il locale con gli occhi la pancia gambe tornite labbra sensuali occhi occulti furbeschi da periferia alla ricerca di un uccello che voli da giovane nostrano sotto cui muovere giustamente le anche nella danza suprema a piccoli passi a brevi intervalli.. di sospiri ...in onore del piacere.......     

venerdì 6 marzo 2020

cinquecentocinquanta

....la città in cui vivo, un piccolo paese nella pianura padana, a causa del virus pare essere vuota di persone tutte rinchiuse in casa col timore di influenzarsi. Solo edifici con le finestre illuminate, pochi i temerari con tranquillità guardinga portano il cane a passeggio. Qualche vettura, i più giovani danno l'impressione di essere meno impressionati da questo coprifuoco. Ne vedo parecchi. I vecchi no. Oggi ho fatto caso che passeggiando per il corso molte persone che a quell'ora circolavano non erano per nulla impegnate a guardare il cellulare. Pareva di essere in un giorno d'inverno degli anni 90. La cosa che mi ha più colpito è stata la raccomandazione sul manifestino attaccato alla porta d'ingresso davanti la chiesa, consigliava le suore di officiare la messa non in presenza del popolo. Mi ha colpito la parola - popolo -. Aveva in quel comunicato un uso da propaganda. Ho fatto una passeggiata alla ricerca di un bar questa sera. Tutto è chiuso. Devo andare in centro forse qualcosa di aperto lo trovo. In realtà nell'insieme il paesaggio non si discosta molto da come di solito il paese si dimostra anche senza il coprifuoco dovuto al virus, nei giorni di novembre. A marzo però ci si aspetta la primavera e si è comunque fuori anche se le serate sono ancora invernali. Dunque si, ci sarebbe più gente fuori ma fa freddo, non mi fa effetto: ma riconosco che la paura comunque serpeggia molto di più di come immaginassi. Altre cose che mi destano dubbi: l'accostare il virus che può essere mortale alla chiusura dei negozi alla riduzione di libertà, alla relazione contingentata negli uffici, ciascuno di noi in casa, al contatto con gli altri da evitare, del mantenere la distanza al banco del bar per consumare: insomma tutti questi impedimenti creano una forte tensione la quale crea nell'esperienza umana cerebrale, se vissuta con partecipazione emotiva; uno spazio nel cervello in quell'area che scivola diretta nell'inconscio e che può arrivare ad associare in un futuro, dopo che questa esperienza sarà superata: il virus: alla sovranità, alla privazione della libertà, alla difficoltà economica, al concetto di confine, al concetto di chiusura verso l'alterità, ad una sorta di austerity totalitarista imposta in modo acritico....