domenica 11 agosto 2013

settantasei

Lucerna. Il picnic sul lago: ci ode camminare sul sentiero fatto in ghiaia, mentre una ragazza di colore stesa sulla panchina, dorme riversa negli occhiali scuri con le aste di metallo. La coppia seduta e affiancata ci osserva dando l'impressione di non pensare a nulla, se non inquadrandoti il tempo che indossiamo fosse un velo invisibile, e ci riguarda con l'espressione di due animali domestici. E ci osserva quella statua sola e all'ombra di quell'albero  nel prato verde, che ricorda esser fatta da Moore l'artista. E resta lì impassibile e vulcanica nel significato, spoglia di occhi ma colma di esperienza dell'artista; e non scorge la scolaresca che chiassosa, venera ogni gioco o lazzo che viene suscitato per la gioia del gruppo che all'ombra degli alberi con le fronde in acqua, banchetta festosa e frettolosa. La ragazza giapponese con la macchina fotografica inquadra la partita di beach volley tra i quattro ragazzi; con quel suo abitino rosa confetto e l'acconciatura a caschetto pare essere irreale e stucchevole in quel camminare sulla riva seguendo il sentiero con la ghiaia e vede distogliendo lo sguardo; vede distogliendolo di nuovo, e rivede da quelle fessure in volto, che la osservo camminare. E chissà se scorge in sé, che le sto ammirando il colore della carnagione bianca, in quell'abito rosa e le gambe e i piedi con le calzature nere, mentre mi supera. E chi corre in surplace col cane al guinzaglio. Le papere nascoste tra i canneti che si lisciano le penne. La via centrale della città trafficata. L'uccello acquatico nero con la fronte e il becco bianchi che passeggia in cerca di cibo da beccare. E l'uccello bianco, poco più in là del canneto, sta acquattato sulla cima del legno che emerge dall'acqua. E mi guarda, appoggiare la borsa e spogliarmi, mentre mio figlio seduto sulla scalea breve, sta in silenzio e con i piedi in acqua va pensando, di tuffarsi e fare un bel bagno nel lago.       

Nessun commento:

Posta un commento