martedì 7 giugno 2016

quattrocentosettantacinque


Krokodil :)

L'ombra ad ampolla tatuata sulla schiena prefigura il buco filologico in terra, sin negli apparati ignari; dove gravitano scaglie di città. Finestre dal timbro lunare, frontespizio ad esagono che naviga, scorro sul cornicione in rame, al volo mi allineo al passo dell'oca. L'intensità sull'onda magnetica regola il Rolex del polso, lo studio affolla minotauri d'argento. Mi dirigo al ristorante, la cucina di vettovaglie incastra l'animo acustico: non crolla. La frequenza oraria modula la clessidra, so di amarla. Il servo sterzo, ideogramma in metallo accende la chiave di violino sul motore spider. Due tempi memorabili, li rovescio nell'otre millepiedi con 500 paia di scarpe nel freezer. Rapido l'assassino rottama film di serie B, televisore a rottami & chincaglieria, montaggio Alain Resnais - Stavisky il grande truffatore - trama drammatica. Ray K. commuove sul termosifone. Il sacro dipinge reti a testa in giù. La donna celebra il footing non regge sguardi, tuona alla finestra il minimo sindacale. La rivedo nel sicuro abbraccio. Il profumo di Virgilio circonda il Santo, predica prospettive future che realizza fuori orario. La statua vede il proprio arto, scorge le sfera nell'orbita siderale. Il tunnel lubrifica in dollari, stampa poster dell'alba, di tramonti, di luoghi marittimi strappati all'imo pubblico. Apro gli occhi, un rivolo di saliva mi scende, allo schermo il secondo tempo della partita. Uomini minuscoli in pantaloncini corti rincorrono il pallone. Mi sollevo, guardo. Amo il calcio: è emotivo, assurdo, irreale come il sogno.           

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