venerdì 14 marzo 2014

duecentosettantanove

- memento -

Nel recto della cartolina nera col bordo bianco vi è il busto di profilo della statua in marmo di Apollo; che guarda in lontananza indicando col  braccio teso e monco, un punto fuori dalla fotografia che non vediamo. Apollo ha un panno che gli copre la spalla; scende dietro il fondo schiena raggiungendo l'altro braccio steso lungo il corpo, a cui è avvolto. L'ombelico pare un occhio e gli addominali sono piatti di chi è giovane.

sul verso:   Vathi ( Grecia )  16 / 8 / 1992

In cima ad una collina con la vista sul mare c'è Vathi; dove che secondo gli antichi vi erano le porte dell'Ade. E' un piccolo borgo di case su un cucuzzolo silente; case in pietra raggruppate in vetta; alcune diroccate in decadimento e altre ristrutturate, ma che nonostante la differenza architettonica riescono a convivere in maniera armoniosa. Un dedalo di viuzze strette e assolate tra le case; e pietre franate che un tempo erano il muro di qualche abitazione, gli interni di una casa sventrata laggiù nel dirupo, qualche albero di fichi d'india sul pendio; altri minuscoli, che in lontananza si perdono tra le colline; e dal borgo, se si scende per il pendio camminando su un sentiero si incontra un albero di melograno. Qualcuno su un cartone a vernice ha scritto in inglese - not collect the pomegranate - proibendo di raccogliere il frutto. Davanti a noi; l'immenso della vastità del mare che si confonde con il cielo. Le montagne brulle che delimitano lo spazio alle nostre spalle; fanno perdere la cognizione del tempo e della distanza. La giornata è tersa.      
   

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