giovedì 27 marzo 2014

duecentottantadue


 - montain bike -

 ...il soffio del vento in volto, che non sottostà a nessun limite di velocità; l'albero nel soggiorno della casa sventrata svetta uscendo dai coppi; il riflesso in una pozzanghera è dell'airone che prende il volo; il paese operoso laggiù e quello deceduto nel perimetro del camposanto; il contadino lega la vite, e come un rapper si solleva il cappuccio sulla testa guardandomi passare; davanti a me due corvidi spiccano il volo sollevandosi senza pensar cos'è l'amore; dune di sabbia sulla riva del fiume ascoltano le ruote nella melma e lo scoppiettio accelerato del motore; che traina la botte da dove fuoriesce il genio della lampada nella venefica nebbia incipriando le viti; gli insetti misurano la freschezza dei venti cullandosi nelle correnti non pensando al futuro non temendolo; i colori che s'intensificano accendendosi sul panorama se s'affaccia il sole; l'anima forata della pieve svetta laggiù tra la foschia; la vastità del tempo riempito dal suono della campana resuscita l'antichità; guardo lontano sul sentiero percorrendolo, poi sulla mano che impugna la manopola: un insetto è planato sul dito; e lo scaccio in una rapida mossa pedalando sullo sterrato, pensando: se non ci sono indicazioni per tornare verso casa: seguo il canto degli uccelli sugli alberi e sulla strada asfaltata, quello cacofonico dei motori a scoppio...   
  

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