martedì 6 ottobre 2015

quattrocentoquarantadue

 - lago d'Idro -

Le canoe sull'acqua remano in antitesi al tuono in quota. Le alghe ondulandosi sott'acqua racimolano grazie a filamenti ghiacciati: acconciature che declamano gli occhi in apnea. I fari illuminano i rospi sulla strada; mi dico: l'odore palustre mi accende i sensi, raggiungerò la meta. Da qui la chiesa, è chiave antica infilata in vetta. Dabbasso la criniera bianca è una pavoncella d'acqua inghiottita nella semiluna dell'ansa. Al triangolo del mio occhio individuo il pontile che noiosamente sta lì, riceve il cullare dell'onda sospinta da un fremito. I rintocchi della campana sul dorso dell'aria liberano il suono tracciante s'infiamma. Lassù in simbiosi a cime innevate il volo a spirale del rapace dal candido capo è legge: col rostro segue il solito e crudele spartito.   

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