domenica 2 febbraio 2014

ducentocinquantacinque



- Imelda la diva -


Imelda si avvia  uscendo di casa. Chiudendosi la porta alle spalle e incamminandosi sulla via, tra le abitazioni; tutte basse e uguali in un'atmosfera calda e sonnolenta osservandosi attorno nemmeno troppo sorpresa, se nota di essere l'unica anima ad essere in giro. Femmina occidentale; Imelda come una diva indossa gli occhiali da sole su un abito fresco e dal taglio elegante, con in capo un cappello a falda larga e l'ombra della sua figura che si staglia nitida a terra definendosi al millesimo; Imelda guardandosi di nuovo attorno esclama tra sè <<...caspita ma che razza di posto è questo ?...se tutto è uguale e non c'è un'anima in giro ? ...mah...case col giardino e il muretto di cinta, e sabbia ovunque...cactus e ulivi...e il mare laggiù...non c'è altro però ! ....e poi nemmeno in casa ....questi qui...hanno qualcosa......sono bestie...non hanno mobilia, tengono tutto a terra, sul materasso, e pensa te...... donna occidentale: se mi posso abituare a questo andazzo...e poi nemmeno a essere ospite dei genitori del mio compagno; sono libera...che se esco da sola...c'è il rischio che mi segua tutta la parentela. Mi segue si. Hai capito bene...>> si dice tra sè Imelda, come dialogando con un'altra parte di sè camminando: continuando a parlarsi <<... hai capito bene si, che se esco da sola ...vado in giro per il paese con i parenti africani del mio compagno...a distanza che mi seguono, e mi sorvegliano in quello che faccio...tz...hai capito bene !...vado in giro con la processione... che mi segue...che se ci penso divento matta......mica mi posso fare seguire da questi che pensano...boh, ma che pensano ? e che ne sò che cosa pensano......non lo so...forse pensano che la donna occidentale sola chissà che combina...ma che vuoi mai che succeda ad una donna sola ?!...e che vuoi che faccia ? tuttalpiù una donna sola: la dà via...ma mica come fanno qua!...che a darla via ti torna piena col marmocchio, e poi un'altro, e un altro ancora, da dover tirare sù...!... ( e poi è chiaro che le donne la figa la danno via a fionda ) eh...non c'è lavoro, non c'è divertimento...mica lavorano, mica vanno a ballare, e se non scopano che fanno ? ...mica ti puoi mettere a spolverare la casa...e che cazzo spolveri se non c'hai la mobilia, i muri...>> e mentre Imelda va pensando, camminando assorta tra quelle vie assolate e polverose, nota che il parentado del suo amante, compagno, uomo come lo si voglia chiamare: la stanno seguendo. <<...questo si chiama stalking...altro che cazzi...in occidente si chiama stalking...e questi...si fanno i fatti miei...>> e nel dirsi e confermarsi questi pensieri Imelda vede da lontano sulla strada, una vecchina su un calesse, trainata da un asino. Che avanza lemme lemme, proprio nella direzione di Imelda. E allunga il passo Imelda tenendo fermo il cappello ad un refolo di vento che le svirgola sul viso. Mentre il parentado per un attimo sorpreso da quella accelerazione di Imelda si ferma osservando e vede. Imelda fare un cenno alla vecchina col carretto. La quale nota la donna occidentale per come è vestita ed emancipata in quel gesto: che le va incontro con una mano sul cappello chiedendole qualcosa in una lingua che non conosce. E la vecchina sta con le briglia dell'asino in mano ferma mentre Imelda con una sorta di eleganza provocante alza le gambe per salire sul carretto. Per sedersi a fianco della vecchina che sorridente avvolta in quel telo nero che l'avvolge tutta guarda Imelda nell'attimo che si va togliendo le scarpe a spillo con quell'espressione di liberazione. L'asino si sente frustato e s'avvia con speditezza. Il parentado con altrettanza speditezza, allunga il passo per raggiungere il carretto. Imelda si volge all'indietro verso il parentado che d'impegno s'è messo a seguirla con spirito di sacrificio, inviando un cenno per indicargli ad alta voce la via che devono intraprendere per raggiungerla <<... e andatevene a fare in culo pezzi di merda!...>>. 

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