domenica 23 novembre 2014

trecentosessatadue



- il cinema preferito di Zavinul & Rixius -


Rixius da galeotto aveva imparato ad abbassare le orecchie e posizionare millimetricamente la coda tra le gambe; dopo aver scontato la pena non di rado usciva di casa indossando una parrucca color marrone mesce argento, tentando di mimetizzarsi tra le persone eludendo le forze dell'ordine o chi gettava un'occhiata o l'avesse l'incrociato: che nessuno  potesse riconoscerlo dentro quella parrucca e gli abiti lisi. Convintamente Rixius claudicava mostrando l'umiltà che il  travestimento esigeva, soprattutto determinato dalla parrucca trafugata in casa, alla vecchia. Che di quella parrucca faceva il proprio tesoretto festivo. Prendergliela, diceva Rixius, <<...eh vabbè..>>...: ma era necessario fargliela ritrovare assolutamente di domenica. Oppure rischiavi la piazzata della vecchia assatanata davanti al jet-set-dell'underground cittadino, E per non rischiare: la parrucca di domenica tornava al suo posto.La parrucca aveva solo un tipo di acconciatura un po' legnosa di tipo corto scapigliato che alla vecchia piaceva : <<... ringiovanisce sai ?!...>> Che ci vuoi fare con la vanità delle donne si diceva Rixius posando la parrucca <<...vanitas vanitatum... >> Sulla soglia di casa  Rixius infilava le braccia nel giubbotto dava un'occhiata circospetta davanti a sè e si avviava con passo claudicante calzando le All Star con lo strappo; sfatte ma efficaci per ogni tipo di fuga, condizione di tempo, orario e luogo. La cosa più curiosa di Rixius era la postura tenuta dal deretano come fosse una donna nera e così si avviava davanti casa <<...per non farmi riconoscere dalla madama...>> diceva con arguzia. Con sarcasmo giocando a carte al bar qualcuno con una domanda ribadiva <<..i bianchi di solito si truccano camminando da neri...così la madama non li controlla..!?...>>> Dopo la porta di casa, lungo la via in fondo, alla prima a destra svolti, di nuovo a destra. Prosegui, trovi il semaforo. Andando a destra svolti alla prima a sinistra ti trovi in controsenso. Sempre dritto. A sinistra c'è una fontanella sul marciapiedi; di quelle in ghisa, dove nella griglia alla base si appoggia la ciotola e i cani s'abbeverano d'estate. Più avanti dopo il fruttivendolo, dopo la scuola guida, la rivendita di giornali, c'è un grande parcheggio. In una spianata di cemento a demarcazioni di posteggi sull'asfalto, dove c'è un gradino da superare tra il parcheggio si aggiunge lo spiazzo lievemente sopraelevato  dove la fontana in angolo riceve innumerevoli piccioni assetati, che transitano o spiccano il volo o atterrano; in quello spiazzo l'opera d'arte è una biglia di cemento di piccole dimensioni metà nell'acqua con la meridiana sul fianco che misura l'ora della giornata attraverso l'ombra se qualcuno la misurasse; vi è nell'angolo opposto, deus ex machina, un enorme palo della luce con la cima fatta a cappella di fungo, che sovrintende dalla sua considerevole altezza ogni movimento che avviane nel parcheggio. Lì, tra le altre vetture parcheggiate, da una vettura con luci accese e lo stereo a volume, un dj parlava del tempo metereologico presentando una canzone. Qualcuno a causa del volume della radio, guardò il parcheggio dal terrazzo di un palazzo di fronte; qualcun'altro sbucò con la testa dalla finestra, vide, osservò, e rientrò in casa. Nessuno protestò la continua musica provenire da quella vettura, sotto il cielo. A pochi metri di distanza da quell'automobile parcheggiata nel piazzale la scenografia del film si sviluppava negli occhi di Zavinul e Rixius all'interno del cinema dove i due si presentavano regolarmente in sala dopo lo spegnimento delle luci; guardavano sulla celluloide se della loro vita e del loro destino se ne sapeva di più di quanto ne sapessero loro stessi.                   

Nessun commento:

Posta un commento