domenica 11 agosto 2013

settantanove 79

Intervennero le amiche nel farle pensare che la vita che conduceva era impostata sui binari della tradizione, della negazione della donna. Nonostante avesse una relazione consolidata cui da tanto non metteva nè passione nè interesse nonostante ci fosse un figlio; sentì il dovere nei propri confronti di emanciparsi. Cambiò sede di lavoro, cambiò relazioni, divenne amante, si concesse a libertà sessuali sfrenate per recuperare il tempo perduto, tornò a vivere con madre e sorelle, il figlio lo crebbe la madre, in serenità iniziò la nuova vita impostata diversamente dalla precedente; le dava soddisfazioni professionali cui s'inchinava con gratitudine agli autori di tale cura; conosceva persone con cui poteva condividere vizi che rimanevano riservati; era spregiudicata e significava essere donna; con sicumera quando potè, mi diede dimostrazione della sua emancipazione; la incontrai sotto casa dopo avermi consegnato nostro figlio, con l'amante con cui si era data appuntamento. Tanto emancipata che la sua emancipazione era scivolata in un segno di sfregio irrispettoso nei miei confronti. Forse scema, forse idiota, forse non pensa, oppure si, pensa che tutto scivoli via e sarà dimenticato come avviene nella sua testa, e nel suo comportamento da donna di poco conto.        

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