venerdì 2 agosto 2013

sessantasette

Aurelie mi chiede di esser portata a casa. Dopo alcuni chilometri carichiamo la sorella, di cui non capisco il nome che mi bofonchia entrando in vettura. Aurelie s'imbarazza un po' vedendola alticcia. Mantiene la calma, s'irigidisce e una volta ripartiti mi indica la strada con un cenno. Aurelie ha il volto nobile, il temperamento spurio. Mi pare di capire che avrebbe desiderato mangiare una pizza insieme. Contava di chiedermelo poi l'attimo è tramontato, per via di sua sorella in quelle condizioni. Aurelie non mi ama, non l'amerei, sebbene i nostri sguardi siano intrecciati nel comprenderci di fiducia atavica; tra noi c'è un intendimento che non raggiungeremmo mai per cultura. Ci guardiamo chiedendoci com'è possibile che il caso, ci porti ad amarci: amanti ? forse più come fratelli, a volte mi pare di capire, abbia pudore. Aurelie sta con la portiera in mano in piedi fuori dalla vettura attende la sorella che sventaglia puzza di alcool, chiude la portiera con un sorriso mi ringrazia. Tempo dopo mi chiede  <<...è molto che non ti vedo...cosa hai fatto in questo tempo ?...come stai ?...>>.      

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