venerdì 2 agosto 2013

sessantasei

Tullia è intraprendente intimorita quando si avvicina. Assomiglia alla sua generazione, i fianchi larghi nudi non son larghi, avvolti all'abito attillato rosa, il pizzo nero. Giovane, guardinga, non si fida senza amore, gli altri possono essere minaccia. Di sé sorride; glielo fai notare esorcizza il timore, tranquilla indietreggia. Ripete parole per prender tempo, se è confusa dell'intrusione di quella confidenza che ho alonato in parole che scosta le certezze, nell'incertezza si riprende. Diffida, poiché non è convinta da ciò che prova risulta fragile rasentare l'amorevolezza. Allora le concedi un atto, che possa interpretare ed essere sicura che il mondo dell'inferno si dimentica di essere inferno concede grazie; poiché Tullia vuol piacerti, esaudirti nulla altro: morire è presto. Le vedi il sorriso non indietreggia stando nello squallore di quell'inferno. Solo così posso farcela sembra dirsi. Terminato ti lascia immediatamente.  

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