domenica 18 dicembre 2016

quattrocentonovant'uno



 - Mano de Dios -

A volte mi capita d'incontrare al bar di tendenza super eroi dalla postura compassata formale, donne vogue di fuori vaghe dentro, cannibali del relax, alle pause ai party sui tramezzini ci si buttano a pesce morto che puzza dalla testa ai piedi, altre, con l'espressione sussiegosa conosco tua sorella / tua fratella, col piglio pusillanime appiccicato al volto, col cervello swich off, quello da resettare praterie di sciocchezze, con spessori morali da contaballe, chi l'orecchio abbassato da fedele cortigiano, altri aprono il Suv col telecomando da decine di metri in stile narcos, figuranti d'autore per film psichiatrici di terzo ordine, jet set tra il 5 / 6 da piccola città di provincia, altri con garbo da punk gesuiti col cane nell'abitino trandy entrano al bar, divi locali con le penne da pavone a spigolo vivo, divi di provincia lustri come le mele al mercato, ed è certo, è sicuro, assodato se uno viene al bar di tendenza non ci trova mica gente col cordone da francescano che gli penzola dalla cintola, nemmeno col rosario tra i coglioni che ciondola tra un passo e l'altro, ci trova gente splendente brillante sin stucchevole che dà un senso prezioso e di decoro alla propria esistenza sul piatto dell'immortalità, in ogni caso genia piacevole cordiale che conversa con l'intensità dell'aria fritta le pieghe sviluppate di decubito nei gomiti, cristi senza fede, donne dispendiose, altere, ristrutturate d'insana pianta, oppure illetterati del genere colto dallo specchio servile vivono magie da circolo borioso; mentre sto seduto sullo sgabello design Bahaus, bevo birra lager come bevono gli hooligans prima di entrare allo stadio con i pensieri rivolti alla vittoria dei loro colori sociali. Viceversa ho pensieri di altra natura. Lieto con l'aureola che mi rincuora circola sulla testa a forma di giostra su cui la bambina con la gonna afferra il cavalluccio per il collo e mi sorride, o un'immagine più intima che mi riscalda il cuore: nuda si alza dal letto si dirige in cucina cerca qualcosa di sfizioso lo mastica tra occhi lingua respirandolo dal naso. A tavolino sedutomi di fronte, l'amico creativo non omologato al sistema: il pesce grande mangia il pesce piccolo, mi allieta l'umore narrandomi di famiglie nobili, aristocratici come fossero calciatori, superiori, inferiori, geniali, di classe, portatori d'acqua, brocchi, strateghi, leziosi, figli sciagurati, senza talento, super eroi con la puzza negli abiti come i Pakistani. Mi parla di arazzi fiamminghi, di stole, pettegolezzi, di chi fa l'amore con chi, altre volte della grandezza dell'arte, della piccolezza di tutti noi, mentre parla, interpreto parole, gesti, sino a percepirmi esternamente: mi giudico. Troppo di tutto, poco di tutto, mi correggo nell'essenziale. Del mio amico delirante con ipotesi d'equilibrio misurato rimango sempre incantato. Mi fa pensare che nella realtà si può dire tutto, di tutti; le parole nel corso dell'uso hanno acquistato una loro indipendente corporeità: del mio silenzio si potrebbe dire che non è altro che un delirio a spazi smisurati. Sarei capace di dimostrarlo. Altre volte m'ignoro, poi un'idea cestinata mi ricompare universale: il duello è vincente, con truppe della certezza la nebulizzo al nascere. Altre volte fuori da ogni concetto, con le piume mi deposito su miriadi di cose altrettanto volatili, per ricomparire in tutta la mia forza convinto di poter dire l'ultima parola da umano. Bevevo lager col mio amico sedutomi di fronte a tavolino, mi alzai pagai il conto. All'uscita voci brusii del locale si allontanavano, camminando inghiottito nel silenzio della natura dormiente, alberi, vetture, semafori lampeggianti, percepii al buio la scintilla d'amore nella mano de Dios, la quale mi raccolse rendendomi invulnerabile in carne ed ossa.  


* Precisazione su quello che ho scritto:


" Donne vogue di fuori, vaghe dentro " è una battuta umoristica in una striscia del fumetto Andy Capp disegnato da Reg Smithe.
 

Tempo addietro conversavo piacevolmente col mio amico dalle capacità utili / entusiasmanti, come un sacerdote laico in camera caritatis mi si avvicina confessandomi: << non hai idea di quanta gente sia fuori di testa, Dio mio, li ascolto e non so mai che faccia fare !? >>. Sebbene il mio amico dalle capacità utili/ entusiasmanti non sia quello del racconto, mi è venuta l'idea di scrivere qualcosa di pungente a tema. Niente di personale nei confronti d'una categoria di uomini e donne, semplicemente un palcoscenico di attori casuali da descrivere in  toni satirici / fumettistici.

Satira: dal latino satura lanx. Vassoio di primizie in offerta agli Dei. Genere caratterizzato dalla critica alla politica e alla società.
    







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