giovedì 5 dicembre 2013

duecentodiciotto

...quando sono in folle; e vedi gli altri vivere non sentendoti per nulla, e pensi che non ti dispiace nemmeno tanto, respirare la condizione di torpore da premorte che ne scaturisce tutto sommato naturale, e per nulla aliena, tanto da non chiederti il perchè, di questo stato catatonico, che ti fa scivolare nella mediocrità omogenea, con un sorriso di quelli che sibilano veri; e falsi nelle fossette laterali del volto, e dicono: che tutto va storto al mondo, ma a te non importa, in una sorta di menefreghismo giustificato ( nell'imo razionale fino a mezzogiorno ) e comparabile alla passione per qualcosa di serio, ma non importante, e che si dimentica immediatamente, inesorabile, certo, indolore, e tanto convincente che quando ti vedi allo specchio; lo specchio ti fa notare come tu sia un mediocre; ecco, quando ho questi momenti di aridità, dove l'olio che sia santo, vergine, o idraulico, non può oliare nessuno snodo intellettuale per via che si riattivi una connessione; ho il senso della spravvivenza celebrale che mi indirizza verso autori che mi possono salvare...

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