venerdì 4 aprile 2014

duecentottantanove

- memento -      Trentino Alto Adige  - giugno 2008 -

La fuga dalla città fu rapida quel giorno: la canicola ci fioriva rocambolescamente sulle membra. E per nulla trafelati ci trovammo sull'arteria trafficata, la quale nell'imporci l'andatura ci accodò lentamente alle vetture: ligi chiudemmo i finestrini. Conquistando il pedaggio curvammo seguendo l'obbiettivo; incontrando il lago e scansandolo nel seguirne i contorni fosse un plastico; volgemmo la testa indietro e nel volgerla ci vedemmo nei pensieri seguire la salita; che non annunciava il castello di maestosità modesta che avremmo trovato nel ristorante sofisticato il quale ci avrebbe anticipato la salita irta per giungere ad alta quota;  regalandoci alla memoria i paesaggi piani che avevamo superati alle spalle; guardando avanti ci concentrammo sulle rocce mostrarsi a guardia millenaria sui lati del ponte; invitandoci al silenzio statico di un'energia da cogliere tra i nervi; ci abbarbicammo con le ruote sulla via che disegnava il crinale della vallata; mentre ricordai parlando, quanto fosse illibata la mattina a cura del vento che nello screzio dei capelli ci trapassava frizzante e carezzevole, per noi impollinati a gioia; nei germogli di quelle schegge che il sole promanava al netto di ogni uccello che volasse e ogni rumore umano che s'accendesse; accudendolo mutevole d'ogni suono trasformandolo in silenzio per i nostri occhi davanti a noi. E dal finestrino i nostri due profili che rapidi passavano.         

Nessun commento:

Posta un commento