giovedì 10 aprile 2014

duecentonovantasette


- la panchina -

sono
in pietra 
semplice; il
design del corpo arcuato, un
po' smiccato e usurato sulla seduta. 
Poco appariscente ai margini del parco.
Prevalentemente vivo d'estate sentendo 
 le grida di giubilo o gioia o di
 rimprovero; mentre d'inverno 
mi ricopro d'umide foglie;
asciungandomi con spiragli di
sole. Se qualcuno siede lo sento;
quando sono più d'uno li ascolto.
Esisto dal principio del parco la
modernità che tutto sostituisce
non mi contempla se sono in
pietra: insostituibile
inamovibile. 

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