sabato 18 gennaio 2014

duecentoquarant'uno

- memento - 

il recto della cartolina fotografa un ulivo in ombra a destra, a sinistra sullo sfondo tra pietre e ciottoli circondato da un paesaggio brullo e desolante un tempio greco; nel cielo azzurro alcune nubi di passaggio. 

sul verso è scritto: Bassai ( città di Vasses in lingua greca )  7 agosto 1992

dopo un risveglio tumultuoso  nel camping di Tholo sulla costa ionica del Peloponneso, siamo partiti alla volta di Vasses, inconsapevoli delle condizioni delle strade greche in alcuni tratti del percorso. Trentuno chilometri sterrati e dissestati con buche di varie dimensioni da evitare per non avere problemi alle sospensioni del R4. Alla nostra destra un paesaggio poco rassicurante di burroni e strapiombi: la strada è senza guard rail o muretto a secco qualche pietra messa li a marcare il termine della strada. Lasciata la strada tortuosa e minacciosa, siamo scesi in una valle e tra un piccolissimo aglomerato di case, ad un bivio mi fermo per leggere un cartello segnaletico sentendo un colpo di pietra raggiungere il portellone della vettura. Mi volto in direzione del colpo ricevuto.Vedo più in là, nascosto dietro l'angolo di un muro, un bambino con i capelli scuri, che guarda la nostra reazione. Riguardo il cartello davanti a me, pensando che con quella pietra mi hanno dato il - benvenuto - innesto la marcia; e dopo pochi chilometri, curvando ad una salita, troviamo un tempio greco ricoperto da un tendone come quelli da circo, a protezione di chi ci lavora per farne la manutenzione. Scendiamo dalla R4 a visitare il luogo desolato. Nessuno tranne noi: una cattedrale nel deserto, la frescura dell'ombra e delle pietre del tempio, e la calura afosa e polverulenta dell'aria al sole. Proseguiamo per Karitena dove ad una trattoria ordiniamo due insalate greche, due birre, una omelette, e uno spiedino per la cifra di 1660 dracme, circa diecimila lire italiane.      


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