giovedì 24 ottobre 2013

centocinquantatre

Sto
su un piano
i
n    
c         
l               
i                    
n                       
a                             
t                                  
o                                      
l'equilibrio la mia abilità.
La finzione la mia religione. Mi
abito: mi ignoro. In un lampo d'odio
rotolo senza punteggiatura, d'impeto
nella mia indole. Madrigale slabbrata.
Uomo senza pregio: compaio notizia
scompaio senza peso. Marco il territorio
con volute di fumo e in casi estremi con
teoremi cifrati. Conosco le buone maniere.
Sbeccato. Ciò che è goffo mi assomiglia.
Tratto sogni
in solchi di
vinile il cibo
vegetariano
impagliato
lo divoro
insapore.
L
e
g
o
s
l
e
g
o
 dolore vivo assopendolo. Occhi di carta, fili d'inchiostro.
La svestizione di un mostro? Non esageriamo né circense
né poeta, solo figlio di puttana. Isabella libero verso la mia
sottana; e che non sia la morte a liberar lo spirito. Amen 
( Per modo di dire )

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