domenica 8 dicembre 2013

duecentodiciannove 219

Ti ho vista; e ho visto il colore delle tue mani rosse, ragrinzite, e affaticate forse abbrustolite dal freddo, sicuramente stanche. E non ho potuto far altro che desiderare di stringerle, per infonder loro un po' di calore. Anche se ci detestiamo, a parole. E ti assicuro, che per un attimo ho pensato che siamo folli. A non volerci. E in quel pensarlo le ho desiderate. Da stringere nelle mie, e chiederti <<...cosa stiamo facendo ?...cosa abbiamo fatto ?...e se abbiamo fatto qualcosa...cosa abbiamo fatto di così inesorabile ? Ricordi ? Ci fu una volta che ognuno di noi disse all'altro che ci volevamo bene. E quando ci abbracciavamo odorandoci tra i vestiti ? che dopo un po' li sfilavamo; con gli odori liberi di sciogliersi nell'aria, come noi liberi di amarci ? Fusi nell'odore di abiti pregni d'umidità che ci assaliva sui corpi: quante volte è successo. E qualche volta dico a me stesso: che ti ho amato profondamente, e forse anche tu. Del resto non potevi fare altro. Che essere travolta, e felice di quel mio amore; che ti manifestavo arrossato e vulcanico di passione; tu e solo tu, per me, e io per te per sempre ad amarci come si amano le cose agli inizi del mondo; guardando Dio stupiti, di quella felicità che si raggiunge insieme: e guarda ora come siamo messi. Male: definitivamente male. Non ci amiamo più, tantomeno ci frequentiamo. Tranne in queste occasioni, dove nostro figlio ci chiama a rapporto come genitori. Io e te, perfettamente ignari di entrambi: siamo degli sconosciuti. Su questa pancaccia a sedere in questo corridoio. Con nostro figlio tra noi. Che guarda imbarazzato e felice, come fossimo concettualmente la sua unità; e alternativamente ci discorre; e mentre parla. Ti vedo. E ti guardo le mani. Affaticate, come il volto su cui non indugio ad osservare: ti voglio bene. Lo posso dire nel mio silenzio, pensando che avresti bisogno di me, per non soffrire di solitudine, si. Certamente anch'io sono solo, ma hai bisogno più tu di me, che io del tuo tristo vuoto. Che non voglio mai più. Ma che ho detto ? Perchè l'ho detto ? Perchè ti vorrei, eppure non ti vorrei ? E poi, chi l'ha detto che sei sola ?   

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