sabato 20 luglio 2013

cinquantasei

Quando è nuvoloso sul lago d'estate, ogni cosa si apparta nel sé presso Dio, innocente di colori soffusi e irreali, tra i boschi di silenzio rotto, dai cinguettii solitari o dalla loro insistenza frenetica, dalle voci di una bimba in lontananza, nella siesta di un bagnante sotto l'alberello sulla riva, o in quei fanciulli in slip, bagnati che corrono verso le loro tende ad asciugarsi, oppure in quel cane che ruzzola gioioso e improvvido sul tappeto erboso del prato, in quel fringuello variopinto che salterella coraggioso tra le gambe di chiunque; che siano gambe di tavoli o di uomini, mentre il treno venendo da luoghi lontani fischia il suo passaggio, il fringuello sale sul tavolo sparecchiato, e becca le briciole di pane rimaste nello spiraglio di un raggio di sole. Spinto, da un refolo di vento.   

Nessun commento:

Posta un commento