venerdì 19 luglio 2013

cinquantaquattro

Passo a Buttapietra. Una bambina di colore in un bar all'aperto siede con le ginocchia su una sedia rossa, sotto l'ombrellone blu della Pepsi non mi vede e mostra le minuscole spalle infilate nella sua canottierina bianca, gioca; gli anziani più avanti all'ombra dell'albero sono vestiti a festa: uno la camicia celeste l'altro marrone; con gli occhiali da sole seduti e rilassati mi individuano osservandomi passare: è un attimo. Gli occhi dei due, seguono il proprio volto che si va concentrando su una vettura sportiva di grossa cilindrata che dalla corsia opposta alla mia, giunge e transita roboante, mi fermo dopo aver sterzato, trovo il parcheggio dietro la chiesa del paese. Dove c'è un parco pubblico; gli schiamazzi di ragazzi e ragazze che odo mentre cammino in direzione del supermarket, mi seguono sino all'entrata. Comprerò dei pomodori, una mozzarella, dei wurstel, con l'idea di cenare. Vi è una donna alta e matura nel reparto frutta e verdura che osserva: seleziona, tocca, vede, ripone di nuovo e sceglie altro, poi solleva i frutti, gli ortaggi, osservandone la qualità, li coglie sulle mani guantate di nylon trasparente che rumoreggiano di carta strofinandosi; la donna che non vede me, e nemmeno altri tanto è concentrata in quello che fa, scivola poi lontana dal reparto frutta, giunge ad una corsia di prodotti inscatolati cerca e legge l'etichetta del prodotto posto in alto sullo scaffale a testa alta, chissà cos'è; supera la ragazza del magazzino che va mettendo in ordine lo scaffale prezzando i prodotti; compare da destra, una donna né alta né bella né brutta col viso anonimo con i seni prosperosi indossa i pantaloni bluette aderenti gli stivali a tacco alto. Cammina con delle cose in mano giunge alla cassa, le appoggia, rovista sul nastro le cose che ha acquistato. Guardo all'esterno. Il tramonto. Pago ed esco per tornare al parcheggio con la mia magra spesa guardo il prezzo del gasolio sul cartello del distributore, 1.599. Mi volto all'indietro da dove sono uscito, catturo un uomo che infila il carrello vuoto della spesa nella fila sotto la tettoia; e mi rivolto riguardando avanti e penso alla giornata calda, che a quest'ora sta rifiatando, mentre le anime che incontro, che escono come me che vanno al supermarket, sono temperate e curiose. Di questo luogo Italiano con l'accento veneto, dove la comunità romena pare abbia posto le sue tradizioni, attraverso un negozio alimentare di prodotti tipici che sta lì, in angolo. Tipiche sono le donne con la prole a seguito che incontro avvicinandomi al negozio, quei volti dai tratti zingareschi e montanari, la pelle chiara in quegli abiti; li riconosceresti non essere italiani anche se vivono qui. E guardo la distanza che mi separa dal parcheggio osservo il campanile della chiesa. Il parcheggio è là dietro gli alberi. Attraverso la strada sulle strisce pedonali seguo il marciapiede supero la fila di alberi al mio fianco dopo una breve camminata con la sporta in mano raggiungerò il parcheggio. Anonimo nel traffico anonimo di una citta qualunque in un giorno qualunque di una calda estate.         

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