giovedì 20 giugno 2013

trentasette

Si distingue la pioggia che non c'è nel suo non essere. Dentro l'afa gli sguardi paralizzati soffocano la gioia ovunque. E sarebbe la benvenuta se discendesse sulle teste, corresse sulle schiene tra i capelli a rivoli sgocciolasse lacrime baci, l'odore di amanti. Bagnerebbe gli abiti a ciascuno copiosa scivolante sulle membra sin nelle radici intime di ogni cosa che incontrasse. La via del cielo a terra, giungesse a noi su ogni misero cencio di sartoria che indossiamo in quel suo legarci proficuamente. Le persone si coprirebbero con la giacca il capo e col giornale, aprirebbero l'ombrello, e via via si affretterebbero correndo a ripararsi dall'acqua. Senza la necessità di pregare un futuro migliore.        

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