domenica 23 giugno 2013

quarantaquattro

In questa festività, dove le foglie degli alberi in coro esaudiscono le volontà del vento, come cornice di una normalità che mi si sviluppa innanzi, che mi gira attorno nel suo vorticare aureo e banale, che non mi fa concentrare né mi conquista in quel tubare continuo del piccione, nella calma di una vettura che transita, nel telefono all'orecchio di un uomo che seduto parla, nel sole che tra le nubi si fa largo largo, si distende si ritrae riporta con se il calore e lascia tutti in ombra, nel cane che non la smette di abbaiare, nel papà col figlio sul seggiolino posto sul manubrio della bicicletta, la madre dentro il vestito leggero floreale che segue e pedala, la finestra aperta sulla strada a luce spenta, nel ragazzo che camminando sul marciapiede supera l'anziano col bastone si ferma e siede sulla panchina: di tutto questo che me ne faccio ? Se non descriverlo nella possibilità che ciò che non conta, che non abbia valore attivo, possa comunque annoverarsi come patrimonio umano !?       

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