mercoledì 6 agosto 2014

trecentotrent'uno



- Roma - (**)


Usciti dalla stazione Flaminia dopo un attimo di smarrimento tra le persone che vengono e vanno s'intravede dove ci si possa trovare. La via trafficata, un muro di cinta, l'ultima porzione della cupola che svetta: piazza del popolo: la visiterò fra qualche giorno. Sulla sinistra ci avviamo lungo il budello illuminato del tunnel con le pubblicità nuove alle pareti umide piastrellate, che porta alla stazione della metropolitana. E penso all'underground di Londra anni fa e a quella di Parigi: alle metropoli in generale, che forse si assomigliano nella loro capacità di fermare il tempo; il mendicante senza i piedi accovacciato a terra chiede l'elemosina; ragazzi di colore col banchetto mostrano le loro varietà di occhiali; giovani francesi cantano in coro, alcuni litigano tra loro; il treno della metropolitana che sfreccia e dietro i suoi finestrini facce assorte oppure infastidite, tese se pigiate le une alle altre; correnti di aria calda, immediatamente fredda e l'uscita della metro è vicina; a piazzale di Spagna la donna seduta col bambino tra le braccia segue la musica della fisarmonica che suo marito suona vigorosamente ad alto volume; la gente transita infastidita, chi si copre le orecchie; all'aria aperta sul vicolo, il bar all'uscita, un paio di calessi parcheggiati, la turista che fotografa il cavallo; mio figlio nota che sotto il calesse c'è la paletta e il secchio..." a cosa servono ?..."...  raccogliere la merda... son chili, mica a palline come la fanno le pecore..."mio figlio ride: la domanda era un trabocchetto, per stanchezza ci sono volutamente cascato; al centro della piazza hanno transennato: lavori in corso. Trinità de Monti una moltitudine di persone sedute sulla scalinata: mio figlio che guarda e chiede "...che fanno ?...". Cammino estasiato sulle strade romane, la tipa mi spruzza un nuovo profumo di non so chi sul braccio; mentre mio figlio guarda per terra gli dico che quando si è a Roma si guarda in alto, quando si è a casa si può guardare a terra; lui mi chiede se non ho mai giocato a Black Ops o a Call of Duty: faccio finta di non avere sentito e non gli rispondo; poi mi chiede se non ho mai usato l'Ak 47 e che le prime volte che giocava a videogame lo uccidevano subito, adesso è migliorato; ci giocherò con lui ? Dopo il venditore di frutta, finta tanto è lucida: la fontana di Trevi: lavori in corso, l'ossatura dei tubi del ponteggio, l'operaio che avvita alcuni bulloni sull'impalcatura si concentra sui visitatori sotto che hanno aperto l'ombrello: sta piovendo; la vasca vuota i visitatori che si accalcano, tra i venditori di oggetti e personaggi che riempiono la piazza un uomo nell'angolo, vestito da morte in piedi su uno sgabello con un bussolotto davanti chiama i visitatori; mi chiedo per fare cosa mentre me lo chiedo mi chiama chiedendomi di avvicinarmi: mi allontano; lo vedrò seduto, come sconsolato, o amareggiato, con la maschera ai piedi qualche giorno dopo, mentre la sua ragazza gli abbraccerà affetuosamente la testa; un centurione con la pancia cammina serio con la testa dentro l'elmo che traballa; fuma svogliato e innervosito dalla calca umana, si guarda attorno e fa qualche passo in avanti per evitare alcuni turisti; il Quirinale è poco distante, la sua nuda scalinata, la doppia curva in discesa, la prospettiva dello spazio crea un soggetto metafisico irresistibile per la mia macchina fotografica, click. Al termine della scalinata alcune finestre del palazzo Quirinale sono aperte a piano terra si affacciano sulla piazza; dalle finestre il discutere in romanesco di cuochi e camerieri eleganti li vedo ridere di risate che raggiungono i due gabbiani alle mie spalle, poco distanti da me; abitudinari sulla piazza vuota presidiano e aspettano il momento buono per mangiare ? se ti avvicini ti scansano tranquilli allontanandosi senza affanno, come a dire ...ma che vvuoi ? ...ma vai a rompere i coglioni da un'altra parte !...oltrepassiamo camminando scendiamo la strada indirizzandoci verso il vicolo Mangianapoli.                 

Nessun commento:

Posta un commento