venerdì 6 marzo 2020

cinquecentocinquanta

....la città in cui vivo, un piccolo paese nella pianura padana, a causa del virus pare essere vuota di persone tutte rinchiuse in casa col timore di influenzarsi. Solo edifici con le finestre illuminate, pochi i temerari con tranquillità guardinga portano il cane a passeggio. Qualche vettura, i più giovani danno l'impressione di essere meno impressionati da questo coprifuoco. Ne vedo parecchi. I vecchi no. Oggi ho fatto caso che passeggiando per il corso molte persone che a quell'ora circolavano non erano per nulla impegnate a guardare il cellulare. Pareva di essere in un giorno d'inverno degli anni 90. La cosa che mi ha più colpito è stata la raccomandazione sul manifestino attaccato alla porta d'ingresso davanti la chiesa, consigliava le suore di officiare la messa non in presenza del popolo. Mi ha colpito la parola - popolo -. Aveva in quel comunicato un uso da propaganda. Ho fatto una passeggiata alla ricerca di un bar questa sera. Tutto è chiuso. Devo andare in centro forse qualcosa di aperto lo trovo. In realtà nell'insieme il paesaggio non si discosta molto da come di solito il paese si dimostra anche senza il coprifuoco dovuto al virus, nei giorni di novembre. A marzo però ci si aspetta la primavera e si è comunque fuori anche se le serate sono ancora invernali. Dunque si, ci sarebbe più gente fuori ma fa freddo, non mi fa effetto: ma riconosco che la paura comunque serpeggia molto di più di come immaginassi. Altre cose che mi destano dubbi: l'accostare il virus che può essere mortale alla chiusura dei negozi alla riduzione di libertà, alla relazione contingentata negli uffici, ciascuno di noi in casa, al contatto con gli altri da evitare, del mantenere la distanza al banco del bar per consumare: insomma tutti questi impedimenti creano una forte tensione la quale crea nell'esperienza umana cerebrale, se vissuta con partecipazione emotiva; uno spazio nel cervello in quell'area che scivola diretta nell'inconscio e che può arrivare ad associare in un futuro, dopo che questa esperienza sarà superata: il virus: alla sovranità, alla privazione della libertà, alla difficoltà economica, al concetto di confine, al concetto di chiusura verso l'alterità, ad una sorta di austerity totalitarista imposta in modo acritico....   

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