lunedì 2 maggio 2016

quattrocentosessantatre


 - Erol Flyn -

Esco per l'apericena, una birra a doppio malto gli stuzzichini sul buffet poca gente la sera è uggiosa l'inverno non ci molla nella temperatura fresca nei colori cupi. Sgranocchio gli stuzzichini sedendomi rialzandomi dallo sgabello dal bancone m'indirizzo all'angolo al buffet. La in fondo a tavolino seduto il ragazzo con l'impronta estetica del rapper metropolitano che ricorda l'attore Erol Flyn parla con una ragazza. Mi siedo col piattino degli stuzzichini mentre una seconda ragazza s'indirizza verso i due ragazzi seduti, mi passa a fianco, fa ticchettare rumorosamente i tacchi a spillo sotto la sua figura che incede in modo giunonico, ambrata ha capelli sciolti lisci e lunghi. Porta gli occhiali che intravedo da dietro, ha il fondo schiena che tradizionalmente da soddisfazione a uomini di altri tempi i seni altrettanto. Arriva la in fondo, si siede col rapper Erol Flyn dei poveri la ragazza seduta le sorride si interrompe di chiacchierare col rapper, guarda lontano senza vedermi, mi ricorda una sguattera rozza, è una maldicenza ingiusta che provo e svanisce immediatamente; ho ragione per come la ragazza si dimostrerà educata attraverso un semplice saluto di buona sera nel momento che se ne andrà. Erol Flyn dei poveri si alza gongola nei jeans col cavallo basso mostra le mutande rigate come la bandiera di una squadra di calcio di serie B del sud, un giubbotto di pelle che non si fa ricordare. Si avvicicna alla cassa, mi da un'occhiata a dire ( << non ti ho mai visto chi sei ? >> ) io lo squadro faccio finta di niente penso ( <<  ...zzo c'hai da guardarmi ? >> ) sorseggio la birra, Erol Flyn di profilo borbotta col barista cinese. Il quale si sposta di qualche metro, apre il frigo di bottiglie ne estrae una con la brina fine del ghiaccio, la alza, gliela mostra, gliela indica. Erol Flyn squote il capo da gangster al bancone di un film a New York negli anni trenta, fa cenno si. Guardo l'etichetta della bottiglia e riconosco le lettere dorate Moet. Penso ( << fa il brillante, compra Moet Chandon >> ) Il barista va per incartargliela; col cenno della mano tra cultura da strada e nobiltà dice << fa lo stesso >>  il barista non lo sente; lo guardo e sente lo stress da palcoscenico, recita di nuovo  ( << lascia stare la porto via com'è  >> ). Visto che recita la parte del personaggio affascinante e la serata se la spasserà ad alcool, figa e un'orgia; inghiotto il tramezzino con l'espressione di chi si impressiona per l'invidia così gli do soddisfazione. A quel punto con modestia sfodero una serie di espressioni d'invidia sfortuna a suo beneficio, guardo le ragazze, di cui francamente non me ne frega un bel nulla, da uomo sfortunato; Erol Flyn si gonfia come un pavone, la bottiglia non sa dove metterla, prova a farla stare in tasca ma non insiste, la tiene in bella mostra mentre va al tavolo delle ragazze, le quali lo guardano sbigottite, borbottano qualcosa si alzano, una va per pagare, Erol Flyn la guarda con occhi da chi sapeva e sa come si trattano le femmine ha già provveduto sorride mentre smette i panni di Erol Flyn, dice labiale alla Cary Grant << ho già pagato ! >> contemporaneamente mi guarda; so che mi vede mi trasformo in nano sfigatissimo sullo sgabello. Ex Erol Flyn ora Cary Grant esce dal bar a testa alta da tombeur de femme, due zoccole lo seguono e parlottano da galline da pollaio, tiene la bottiglia di Champagne in mano felice come una Pasqua.
    

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