mercoledì 18 maggio 2016

quattrocentosessantacinque

L.S.D :)

Dal firmamento scese l'angelo giudicai fosse in sella al vento trasportava una lapide con l'epitaffio, immediatamente ammorbò l'aria di letame ricoprì la testa di umiltà ciascuno. Nel sogno mi dico << son desto ? >> penso a questa immagine onirica d'angelo che scende dal cielo: qualche ritocco potrei usarla come conclusione di una poesia. Compare Virgilio l'amico con cui lavoravo in metalmeccanica c'incamminiamo in una città che non riconosco. Una piazza oscura dei contadini arricchiti seduti a tavolino conversano del nulla ai margini del mercato, la zaffata di letame ricopre il disco del sole. La nobiltà ci sfiora quando ci prendiamo per mano come fratelli. Vediamo nella penombra le anime da cortile si auto strombazzano avanzando, vedono l'angelo volare con epica sicumera, pettoruti aristocratici da pollaio si mettono a testa in su; si solleva una voce dice <<  se mi porta il libretto di lavoro lo assumo >> un'altra risponde << gli angeli costano >> << col Jobs Act, viene >>; vedo via Berengario / Guido Fassi la centralina rumorosa nel parchetto davanti S.Nicolò extracomunitari che dormono, bottiglie di birra in terra, uno orina dietro l'alberello; il corteo di ragazzi giovani sale da via dei Cipressi manifesta sventolando cartelli con scritto - Viviamo In Una Città Di Vecchi Rimbambiti -. L'americano Cormac Mc Carthy autore del romanzo dal titolo - Non è un paese per vecchi - mi dice che il suo paese è come il titolo del suo romanzo: gli rispondo invece che nel mio ci sono solo dei vecchi rimbambiti, i ragazzi se manifestano hanno le loro ragioni. Virgilio si affianca illuminando con la torcia una parte del castello << questa è la torre degli Spagnoli >> mi dice, indirizzando il fascio di luce più distante, faro sulla prua di un peschereccio, continua << quella è la torre dell'Uccelliera >>. Immediatamente viene il giorno, i piccioni dorati sul sagrato del duomo si alzano in volo il sacerdote con le braccia alzate verso Dio implora risposta << Altissimo: se i piccioni sono dorati, perchè il guano corrode comunque ? >> Pulcinella dall'angolo di piazzale Re Astolfo sussurrandomi all'orecchio mi dice << gli uomini non bisogna lasciarli senza sogni o ti tradiscono >>. Ed è mattina la fornaia del negozio ha il fondo schiena che fa sognare tutti i pensionati prima di morire col baulino la michetta comune nel sacchetto; Virgilio fuma, vedo davanti il bar Milano, alcune ragazze simili a ministre del governo in carica, protestano in circolo col doppio cartello, davanti / dietro, sui quali c'è scritto - Si prega di toccare le signorine solo dopo aver pagato la marchetta - Virgilio spegne la sigaretta guardandomi col fare di chi la sa lunga sulle donne ribadisce << se sbagliano queste, sbaglia tutta la melonaia >> compare un pinguino: lo saluto come si saluta una bestia, Virgilio mi fa notare che è il primo ministro in carica, mi correggo lo saluto col braccio teso, Virgilio mi dice che è di sinistra, mi s'incaglia il saluto come se avessi il braccio ingessato del personaggio di Achille Campanile quando il 25 aprile durante i festeggiamenti gli s'incaglia nel saluto fascista, gli dico << ministro se mi vuole arrestare sappia che deve arrestare tutta Italia >> dopo il Palamaio passando per via Lugli vicino le case del Duce, sul cofano della Prinz Nsu il gatto Napoleone padre di tutti i gatti del quartiere dorme acciambellato, il macellaio quando esce dal negozio gli dice << màsòcla, tè sè ti fortunè >> ( testa grossa, te si che sei fortunato ) sul muro di via Bellentanina due maniaci sessuali scrivono - w la gnoc..- e fuggono all'arrivo dei carabinieri; la moltitudine radunata in via De Amicis piazzale della Posta, truccata dal cast del film Zombie, col proprio cervello in mano deambula al buio come gli inquirenti di fronte ad un caso irrisolvibile; Virgilio mi fa un indovinello << dove siamo ? >> bo ?! << siamo a Carpi la tua città >> !? << perchè mia ? m'an fatto sindaco ? >> << ma va a caghèr semo !? >> mentre ridiamo mi viene alla mente che è gemellata con Wernigerode: penso alla crisi morale. Un conto è essere gemellato con una città della Sassonia Anhalt un conto con Gerusalemme. Che Dio ci benedica se non siamo profeti del nostro tempo. Al suono della pernacchia di Totò rivolto a chi tenta di fargli intendere un pensiero debole: mi sveglio apro gli occhi.                      

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