mercoledì 14 ottobre 2015

quattrocentoquarantacinque


- l'occhio migliore -

Eri imperscrutabile nell'angolo. Tolsi dalla tasca il mio occhio migliore. Vidi il candore annerito con cui ti muovevi: era venato dall'estasi sui bordi impercettibili del sè. Richiamavi pudore nel desiderio la giovinezza riottenuta dall'imprevedibilità. Un velo chiarisce, tutto rabbuia. L'incertezza ti disegnò il volto di plusibilità per note con cui saresti sprofondata e riemersa ebbra. Tacqui con me.  

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